Origine della Bibbia

    Molti religionisti hanno la tendenza a pensare che la Bibbia come libro abbia avuto origine in modo del tutto miracoloso. Hanno la vaga idea che sia stata scritta in cielo e poi mediante un angelo portata sulla terra. La Bibbia cominciò ad essere scritta nel deserto per mezzo di Mosè, e in lingua ebraica.
    Tutti i libri della Bibbia, in numero di 66, hanno un’origine comune. La Bibbia ha un solo Autore, sebbene abbia molti scrittori. Questo fatto la rende un libro particolare fra tutti gli altri libri del mondo. La Bibbia è la rivelazione che Geova fa di se stesso e dei suoi propositi. All’inizio della composizione biblica Egli stesso contribuì personalmente al canone scritturale scrivendo su due tavolette di pietra il Decalogo, o Dieci Comandamenti. (Esodo. 24: 12 ; 31: 18) “Il Signore disse a Mosè: «Sali da me sul monte e fèrmati qui; io ti darò delle tavole di pietra, la legge e i comandamenti che ho scritto, perché siano insegnati ai figli d'Israele»”.
    L’effettivo compito di scrivere fu affidato a creature umane, ma queste scrissero tutte sotto la guida e dettatura di Dio, essendo sospinte dal suo spirito. Alcuni erano giudici e re. Alcuni erano istruiti, altri umili operai, pastori, pescatori, ecc. Non erano scrittori di profes-sione, ma uomini attivi, servitori e testimoni di Geova in tutte le condizioni della vita. Scrissero durante un lungo periodo di anni, Mose cominciò il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia, circa nel 1513 a. C. L’apostolo Giovanni terminò il canone biblico sedici secoli più tardi.
    Tuttavia, questo gruppo misto di più di trenta uomini distanziati nel corso del tempo produsse un capolavoro letterario perfettamente armonioso. Questo fu possibile, non per l’abilità degli scrittori, ma per l’infinita sapienza e potenza dell’Originatore della Bibbia. Gli scrittori stessi spontaneamente riconoscono questo. Davide disse : “Lo spirito dell’Eterno ha parlato per mio mezzo, e la sua parola è stata sulle mie labbra”. Luca dichiarò : “Egli, per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità, ha parlato”. Pietro aggiunse alla testimonianza: “In nessun tempo fu profezia recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti da spirito santo”. Paolo non lasciò luogo a dubbi o eccezioni quando disse in modo assoluto: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”. Certamente solo Geova Dio è l’Originatore della Bibbia. — 2 Samuele. 23: 2, VR; Atti 1:16; Luca 1:70, VR ; 2 Pietro. 1:21; 1 Pietro. 1: 10, 11; 2 Tim. 3 : 16, 17.
    Queste citazioni dalle ispirate epistole di Paolo dimostrano che quando L’onnisapiente Iddio comandò a Mosè e ad altri dopo di lui di scrivere Egli aveva in mente i nostri giorni di perplessità in cui il genere umano ha tanto bisogno di una vera guida e di una salda speranza. Il Creatore conosce la natura dell’uomo e la debolezza della sua memoria, e sa pure che lo scopo del Diavolo è di distruggere il divino racconto e di corromperlo e cancellarlo dalla mente dell’uomo. Quindi Dio fece scrivere un memoriale fedele. Poiché questo fu fatto precisamente per quelli che avrebbero avuto bisogno di vitali informazioni nella peggiore crisi delle nazioni alla fine del mondo, l’Onnipotente Dio ha salvaguardato le Scritture malgrado gli sforzi compiuti per distruggerle. Ciò che Isaia disse più di 2.600 anni fa, e l’ispirato Pietro affermò 1.900 anni fa, si verifica ancor oggi: “La parola detta da Geova dura per sempre”. — Isa. 40: 8 ; 1 Pietro. 1: 25.
    L’Originatore della Bibbia è anche il suo Preservatore. Come sappiamo che questa affermazione è verace in questo nostro tempo, quando non esiste alcun manoscritto originale o autografo della Bibbia, né delle Scritture Ebraiche né delle Scritture Greche ? Sebbene ogni manoscritto originale sia stato perduto, scomparso o apparentemente distrutto, vi sono moltissime copie antiche dell’intera Bibbia, e anche manoscritti più antichi di parti della Bibbia. Il numero esistente di antichi manoscritti delle Scritture Ebraiche è di circa 1700. Inoltre vi sono, sparsi in tutta la terra, circa 4000 antichi manoscritti delle Scritture Greche nella lingua originale, e circa 9000 copie di antichissime versioni o traduzioni delle Scritture Greche.
    Fino al tempo della distruzione del primo tempio per mezzo dei babilonesi, il “libro della legge” veniva preservato presso l’arca del patto; “Prendete questo libro della legge e mettetelo allato all’arca del patto dell’eterno, ch’è il vostro Dio ; e quivi rimanga come testimonio contro di te”. (Deut. 31:26) Anche Giosuè, alla fine della sua vita, completò il suo memoriale ispirato da Geova. “Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio”. (Gios. 24: 26) Samuele depose il suo racconto davanti a Geova : “Allora Samuele espose al popolo la legge del regno, e la scrisse in un libro, che depose nel cospetto dell’eterno”. (1 Sam 10:25) Gueste scritture rendono testimonianza della preservazione del canone biblico.
    Un avvenimento importante che sostiene la preservazione delle Scritture è la scoperta dei perduto e dimenticato “libro della legge” nel tempio, nel diciottesimo anno di Giosia, nel 641 a. C., quando dopo un periodo di idolatria religiosa la vera adorazione di Geova fu ripristinata. (2 Re 22:1-10; 2 Cron. 34:14-18) Durante la cattività in Babilonia le Scritture furono preservate; Daniele scrive (9: 2,) : “Il primo anno del suo regno [di Dario], io, Daniele, meditando sui libri, vidi che il numero degli anni di cui l’Eterno aveva parlato al profeta Geremia, e durante i quali Gerusalemme doveva essere in ruine, era di settant’anni”. Dopo il ritorno dall’esilio in Babilonia risulta che Esdra leggeva la legge al popolo ristabilito nella Terra Promessa. — Neemia. 8: 1-18. Non tutti gli esiliati giudaici che nel 537 a. C. ritornarono dalla cattività babilonese parlavano o comprendevano l’ebraico biblico. La generazione più giovane parlava aramaico o siriaco, una lingua semitica molto somigliante all’ebraico. Quando i Leviti leggevano loro la legge dovevano ‘leggere distintamente e dare il senso’, come riferisce Neemia 8:8; cioè, essi parafrasavano il testo ebraico o lo traducevano liberamente in aramaico. Queste parafrasi furono chiamate “targum”, che significa “interpretazioni” o “parafrasi”. Per secoli questi Targum furono tramandati oralmente di generazione in generazione. I Giudei erano contrari alla traduzione delle Scritture Ebraiche in un’altra lingua, perché le ritenevano sacre. Ma parecchi secoli più tardi queste parafrasi furono messe per iscritto. Oggi esistono vari Targum scritti di tutte le Scritture Ebraiche, ad eccezione di Daniele, Esdra e Neemia.
    Altre prove attestanti che Dio preservò la sua Parola durante i cinque secoli da Esdra fino a Cristo sono le versioni o traduzioni in altre lingue. La più antica di queste traduzioni è il Pentateuco Samaritano. Fu prodotto da quella popolazione mista dì ibridi religiosi trasportata in Samaria dagli Assiri, dopo che avevano condotto in cattività le dieci tribù d’Israele, nel 740 a. C. Questa copia fu fatta circa 450 anni prima di Cristo (il manoscritto esistente però, risale ad una data più recente).
    Circa l’anno 280 a. C. le Scritture Ebraiche cominciarono ad essere tradotte in Egitto in lingua greca. Questa versione greca è chiamata Versione dei Settanta. Un gran numero di copie di questa traduzione fu fatto e diffuso in tutto il mondo antico. Essa ebbe la sua parte nella preservazione della. Parola di Dio divenendo la base delle traduzioni nelle altre lingue.
    Quanto alle Scritture Greche Cristiane, il loro testo autentico è stato preservato non solo nei grandi manoscritti, il Sinaitico e il Vaticano 1209, ma anche in altri 4.000 manoscritti di lingua greca, oltre a quasi 9.000 manoscritti di antiche versioni in altre lingue. Sin dagli anni della loro composizione, le Scritture Greche sono state ampiamente trattate, e in un’ab-bondanza di letteratura posteriore al tempo degli apostoli vi sono citazioni di tanti passi scritturali che quasi Finterò testo delle Scritture Greche potrebbe essere compilato da queste citazioni.
    Nessun altro libro nel mondo ha mai ricevuto in tutti questi secoli una considerazione così riverente e scrupolosamente accurata come quella che ha ricevuto la Bibbia. E stata copiata da scribi che consideravano gli sbagli con santo terrore. Per diffondere la Parola di Dio i suoi copisti e traduttori spesso aggiungevano al loro lavoro meticoloso il sacrificio della propria vita. Per molti secoli dopo Cristo lo scritto ebraico consistette soltanto di consonanti, e l’omissione o l’aggiunta di una sola lettera spesso avrebbe potuto cambiare una parola in un’altra. Se si trovava il minimo errore, una sola lettera scritta in modo sbagliato, quell’intera sezione del rotolo veniva scartata come inadeguata per l’uso della sinagoga. Quindi la sezione veniva ritagliata e sostituita da una nuova senza difetti. Leggevano ogni parola ad alta voce prima di scriverla; perfino scrivere una sola parola a memoria era considerato un grande peccato. Si dice che gli scribi religiosi asciugassero le loro penne prima di scrivere la parola Elohim (Dio) o Adonai (Signore), e che lavassero religiosamente tutto il corpo prima di scrivere il nome sacro “Geova”. La precisione di questi scribi ebrei professionali fu trasmessa in alto grado ai copisti non professionali delle Scritture Greche Cristiane.
    Ma nonostante tutta la scrupolosa accuratezza dei copisti e l’efficienza intellettuale dei correttori, un certo numero di semplici errori di scribi penetrò nel testo indicando l’imperfe-zione degli uomini. Per questo motivo, più antico è il manoscritto più è probabile che sia corretto. La preservazione delle Sacre Scritture è un miracolo divino; non solo la loro preservazione come libro (poiché nessun altro libro insieme con i suoi studenti, copisti, traduttori e pubblicatori è stato così spietatamente perseguitato con prigionia, fuoco e spada), ma anche la preservazione del suo testo integrale, malgrado le manchevolezze umane. I numerosi errori di scribi sono, nel loro insieme, di poca importanza. Il loro effetto sull’integrità della Bibbia è trascurabile. Ciò che è meraviglioso non è che scribi imperfetti commettessero errori, ma che ne facessero così pochi di qualche conseguenza. Tali errori sono stati scoperti e rettificati mediante l’attento e studiato esame della collezione dei numerosi manoscritti e traduzioni esistenti. Tali accurate e critiche revisioni hanno avuto per risultato testi biblici degni di fiducia.
    E ora si presenta la Gerarchia Cattolica Romana con la sua presuntuosa pretesa di essere la preservatrice delle Scritture. La sua sfrontata asserzione è facilmente smentita. Il Manoscritto Vaticano è stato in suo possesso soltanto dal quindicesimo secolo, e neanche uno degli antichi manoscritti fu trovato nei territori dominati dalla Gerarchia. Per quasi cinque secoli il Vaticano non rese accessibile agli studiosi il prezioso manoscritto. Ma con la scoperta e la pubblicazione di un altro manoscritto del quarto secolo, il Codice Sinaitico, l’egoistico Vaticano fu costretto a pubblicare copie facsimili del Manoscritto Vaticano 1209, per evitare che fosse eclissato. Uno scrutinio della storia mostra che la Gerarchia Cattolica Romana è la mortale nemica della Bibbia; che ha cercato di nascondere la verità biblica al popolo lasciandola sepolta nel feretro delle lingue morte; che ha dato la caccia, uccidendoli, ai traduttori e divulgatori della Bibbia ; che ha bruciato innumerevoli migliaia di copie delle Sacre Scritture ; che, solo quando non ha potuto spegnere per il popolo comune la luce della Bibbia, ha permesso la traduzione della Bibbia nel vernacolo del popolo, e tali traduzioni cattoliche sono state prodotte per competere con le popolari traduzioni precedenti. La Gerarchia non è la preservatrice della Bibbia, ma la Bibbia è stata preservata fino ai nostri giorni malgrado gli sforzi disperati della Gerarchia di distruggerla.
    Riconosciamo Geova come Preservatore della sua Parola ispirata. Geova evidentemente guidò non solo gli scrittori della Bibbia ma anche i fedeli copisti del testo e i compositori del canone, così come ora guida i suoi testimoni terrestri, mentre studiano le sue pagine e proclamano le sue verità. La preservazione della Bibbia è un miracolo dell’Onnipotente.

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