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LA CREAZIONE DELLA TERRA
Meraviglie, che sorpassano infinitamente la conoscenza e l’intelligenza umana, furono create nei cieli dal grande Iddio e Creatore per l’uso, per la gioia e per la delizia dei suoi figliuoli spirituali. Il suo diletto ed unigenito Figliuolo era con Lui in queste grandiose opere di creazione, ed ogni nuova creazione diede agio a tutte le creature viventi di lodare e adorare l’Onnipotente, che “fa cose grandi e imperscrutabili, meravi-glie senza numero.” (Giobbe 9:10) Geova Iddio ed il suo abile “artefice” erano e son tuttora le Autorità Superiori, e sotto loro viveva e si muoveva l’organizzazione universale di creature spirituali, servendo il mirabile proposito di Dio con perfetta ubbidienza, contribuendo tutto per la Sua gloria. - Romani 13:1.
Allora la considerevole diversificata sapienza di Dio fu estesa a quei cieli spirituali, mediante il principio di una nuova forma di creazione, e cioè, la creazione materiale. V’erano vaste ed incommensurabili profondità di estensioni, e al comando di Dio il suo potente Figliuolo, la Parola, cominciò ad abbellirle con immense cose materiali. “I cieli furori fatti dalla parola dell’Eterno [Geova], e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca. Poich’egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse.” (Salmo 33:6,9, V.R.I.) Furono formate gloriose spirali nebulose e gruppi globulari di stelle, i soli ed i loro pianeti e comete che girano intorno ai soli in un’orbita ben definita; tutti assieme componevano bilioni di vie lattee, o galassie di stelle. La visione dell’Onnipotente Creatore poteva osservare quello spettacolo bello, che fu fatto in perfetto accordo con la sua irresistibile volontà. Non v’era nessun caos o sfrenata confusione, ma tutti questi corpi celesti si muovevano in ordine e regolarità, secondo la mano del grande Formatore di ogni cosa. La formazione di ciascun corpo sferico procedette secondo la legge divinamente fissata. Il Creatore mediante la sua Parola mantenne in controllo tutte le cose ch’erano già state create, e quelle in corso di formazione e di sviluppo. La sua potenza invisibile, che la Bibbia chiama “lo spirito di Dio”, fu da Lui mandata per operare e compiere il suo compiacimento verso tutte queste inanimate creazioni nella illimitata distesa.
Colà, nei luoghi assegnati, v’erano le costellazioni celesti: Ash, Cesil, Cimah e Mazzaroth, che gli uomini hanno erroneamente chiamate: Arturo, Orione, Pleiadi ed il zodiaco, nomi che appartengono ai falsi dèi, o demoni. - Giobbe 9:9 e 38:31, 32, lettura marginale della V.A.
A questo punto, il principio del libro delle Sacre Scritture incomincia il suo incomparabile e verace ricordo: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra.” (Genesi 1:1) Il Divino Ricordo non dice se la massa di materia componente la terra fu originalmente slanciata dal sole rovente, intorno al quale essa gira, e circa quanto tempo prima di ciò la massa di terra era in processo di formazione. Perciò, il seguente resoconto delle Scritture, nella Genesi, capitolo 1, non descrive la creazione della massa della terra stessa, ma bensì l’ordinamento e la preparazione di essa per il finale proposito del suo Creatore.
Qual’era e qual’è il finale proposito? La risposta del Creatore è la pura verità, che libera la mente ed il cuore umano da ogni timore riguardo al destino della terra in cui abitiamo. “Poiché così parla [Geova] che ha creato i cieli, l’Iddio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perchè rimanesse deserta, ma l’ha formata perchè fosse abitata: Io sono [Geova] e non ve n’è alcun altro.” (Isaia 45:18) “Una generazione se ne va, un’altra viene, e la terra sussiste in perpetuo. Anche il sole si leva, poi tramonta, e s’affretta verso il luogo donde si leva di nuovo.” (Ecclesiaste 1:4, 5) “La terra ch’egli ha fondata per sempre.” - Salmo 78:69.
La preparazione della terra e la disposizione delle cose sopra essa, per servire quale dimora, è divisa nel ricordo del Creatore in sei periodi od epoche di lavoro. Questi sei periodi sono seguiti da un periodo di riposo o sabato per quanto riguardano le opere terrestre, ma non un sabato verso altre parti dell’universo e le sue opere. Quel periodo di riposo di Dio verso la terra ancora continua, com’è dimostrato da un paragone della sua Parola: nella Genesi 2:1-3, nel Salmo 95:7-11, agli Ebrei 3:15-19; 4:1-11. Già son trascorsi circa sei nulle anni da quel grande riposo o sabato di Dio, e la sua Parola ci assicura definitivamente che vi sono ancora altri mille anni da scorrere. Quindi, questo gran giorno di riposo del Creatore verso la terra, appare che sia circa sette mila anni di durata. Questo settimo “giorno” od epoca essendo di tale durata, è molto ragionevole di concludere che i precedenti sei giorni di lavoro erano ciascuno della stessa durata, i sei giorni componenti un periodo totale di quarantadue mila anni.
Il resoconto della creazione della terra, essendo di cose che avvennero prima dell’esistenza dell’uomo, esso è pertanto ispirato da Dio. Iddio domanda all’uomo: “Dov’eri tu quand’io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. . . . quando le stelle del mattino cantavan tutte assieme e tutti i figli di Dio davan in gridi di giubilo? Chi chiuse con porte il mare balzante fuor dal seno materno, quando gli detti le nubi per vestimento e per fasce l’oscurità?” (Giobbe 38:4-9) “[Egli] fa dei venti [dei suoi angeli-spiriti] i suoi messaggeri, delle fiamme di fuoco i suoi ministri. Egli ha fondato la terra sulle sue basi; non sarà smossa mai in perpetuo. Tu l’avevi coperta dell’abisso come d’una veste, le acque s’erano fermate sui monti.” (Salmo 104:4-6) Queste ed altre dichiarazioni delle Scritture si uniscono nel rendere testimonianza che il globo terrestre era una volta circondato da anelli acquei e da altri materiali, sospesi al disopra della superficie del globo. Enormi anelli o cinture di tali materiali avvolgevano la terra, nascondendola completamente.
Originalmente la terra consisteva di un’ardente massa di materia. In questa massa incandescente essa brillava come un piccolo sole, simile ad una stella. Nessun mare ed oceano avrebbe potuto esistere allora, ma ogni umidità fu cacciata come vapori, i suoi idrocarboni furono evaporati ed il suo metallo e minerali furono sublimati e spinti nell’atmosfera della distesa, attorno ai centro bollente ed ardente della terra. Mentre la terra roteava velocemente sul proprio asse, questa materia gettata a distanza gradualmente formò immensi anelli attorno alla terra nelle regioni equatoriali, dove la forza centrifuga della terra rotatoria era più potente. Tuttavia il potere della gravità della terra mantenne gli anelli nei contorni equatoriali della terra. Secondo la densità e la specifica gravità dei materiali cacciati dalla terra fusa, essi formarono anelli acquei mescolati con sostanze minerali, i più densi ed i più pesanti dei quali erano vicini ai centri della terra, gli altri meno pesanti roteavano presso ed all’infuori dei primi, e gli altri situati consecutivamente; l’ultimo ed il più leggiero anello, essendo formato interamente d’acqua, era il più distante degli altri anelli. Così esisteva un sistema anulare, e la sua apparenza alla visione di Dio era simile a quella di una grande ruota, con una successione di altre ruote, e con la stessa terra liquefatta quale cerchio sferico di tutte le ruote. La formazione era esattamente simile al pianeta che gli astronomi chiamano “Saturno”, il quale contiene tuttora un sistema anulare intorno a sè, ossia tre anelli concentrici che ancora girano attorno al suo equatore. Vedi il libro II Sistema Anulare Della Terra, da Isacco N. Vali (1886)
Il pianeta Saturno sta progredendo alla sua finale forma creativa, secondo le medesime leggi divine che governarono la terra ai suoi primi periodi di creazione. L'evidenza dimostra conclusivamente che questi anelli sono composti di particelle di neve ghiacciata. Con l’aiuto di un telescopio non solo è percettibile che Saturno contiene degli anelli, ma che intorno alla sfera vi sono delle cinture di varie dimensioni e splen-dore, e queste si trovano in diverse latitudini al disopra e sotto l’equatore di Saturno. Però, nessun anello o copertura esiste ai suoi poli del nord e del sud, ma i poli sono totalmente esposti. È’ proprio là che coteste fasce od anelli stanno per cadere, essendo tali superfici di minore resistenza alle forze di gravità. Quelle fasce sono prodotte dagli anelli all’equatore, cadendo una dopo l’altra e poi spandendosi per formare delle cinture attorno all’equatore. Ciascuna di queste fasce gira intorno a Saturno nella sua propria specificata velocità, rallentandosi gradatamente man mano che si avvicina alla regione polare. Lo stesso pianeta Saturno, invisibile entro e sotto queste fasce di coperture, rotea sul proprio asse come un cerchio centrale nella sua propria velocità, non ancora misurata.
La terra primitiva seguì un consimile procedimento. Man mano che si raffreddava, il suo più vicino e pesante anello cadde prima verso l’equatore. Ma la forza centrifuga della terra lo impedì di cadere sulla superficie della terra, e l’anello si spianò e si estese come una cintura, una parte al nord e l’altra al sud. Poi cadde un anello dopo l’altro successivamente, formando una cintura dopo l’altra. Le cinture si mossero verso i poli del nord e del sud, e finalmente caddero sulla terra stessa. Ai punti polari di minore resistenza la gravità della terra attrasse ciascuna fascia appena giunta su tale punto debole, e le acque assieme ai suoi preziosi minerali si precipitarono simile alla cascata torrenziale di Niagara, (Niagara Falls). Raggiungendo poi la terra, si abbatterono come un terrificante diluvio od inondazione d’acqua, dai poli verso l’equatore, trascinando con se i suoi tesori di metalli e minerali, assieme al ghiaccio. Questo arricchì grandemente la superficie della terra raffreddata.
Ad un certo periodo, dunque, la superficie della terra, eccetto ai poli, era completamente sommersa in un padiglione di cinture mineralizzate ed acquee, simili a fasce leganti, sospese in alto presso il globo terrestre. V’erano ancora una serie di anelli che galleggiavano in alto al suo equatore, e così l’apparenza del nostro pianeta era allora simile a quella di Saturno al tempo presente, i cui anelli sono 171.000 miglia in diametro. La terra raggiunse questo periodo, nello sviluppo del sistema anulare e del padiglione, in tempo più rapido di quello di Saturno, poiché, essendo un corpo più piccolo, esso si raffreddò più presto e le sue evaporazioni si condensarono subito. Nessuna forma di continente era allora visibile sulla terra, ma v’erano acque direttamente sopra il seno della terra, come pure un acqueo abisso che roteava in alto. Allora l’invisibile potenza o “spirito” di Geova si aleggiò su quelle acque esteriori, muovendosi sulla loro superficie. “E la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso, e lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.” - Genesi 1:2,
La terra essendo ora raffreddata e solidificata, essa non potò più brillare come una stella, ma era oscura. “E Dio disse: Sia la luce! E la luce fu. E Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. E Dio chiamò la luce Giorno, e le tenebre Notte. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il primo giorno.” - Genesi 1:4-5.
Questa non era una luce elettrica creata sulla terra, stessa, altrimenti essa avrebbe brillato intorno all’intera terra simultaneamente, e non vi sarebbe stata nessuna divisione tra la luce e le tenebre. Da dove, dunque, venne la luce? Dal sole, ch’era stato creato ad un tempo ignoto prima del nostro piccolo pianeta terrestre del sistema solare.
La luce del sole risplendeva soltanto sulla esteriore superficie del glaciale od anello acqueo o padiglione, al disopra ed attorno alla terra. Soltanto la metà di questo anello riceveva la luce del sole a qualunque tempo, l’altra metà essendo lungi dalla faccia del sole era pertanto nelle tenebre. Ma, simile alla terra interiore, la fascia d’anello ch’era attorno ad essa stava pure girando intorno all’asse della terra. Cosichè v’era una divisione tra il periodo di luce ed il periodo di notte. Però, la luce del sole non penetrava attraverso coteste fasce d’anelli per poter raggiungere la superficie della terra stessa, oppure raggiungere le acque immediatamente sulla terra. Le fasce d’anelli erano pressoché opache od oscure, e tra esse e la terra lo spazio intervento era denso di carboni, peggiore d’una nebbia serrata nella città di Londra. Notate, inoltre, che nella descrizione di questo primo giorno, come pure di tutti i susseguenti giorni creativi, il Creatore Iddio mette la sera prima della mattina. Egli incomincia ciascun giorno creativo di sette mila anni col periodo di sera. Alla sera l’ultima forma di cose stabili avvenire è vista prima soltanto in contorni offuscati, se mai si vede; e poi essa diviene più chiara e, finalmente, è completamente distinta al colmo della “mattina” o del giorno.
“Poi Dio disse: Ci sia una distesa [un’atmosfera od un firmamento] tra le acque, che separi le acque dalle acque. Dio fece la distesa e separò le acque ch’erano sotto la distesa, dalle acque ch’erano sopra la distesa. E così fu. E Dio chiamò la distesa Cielo. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il secondo giorno.” (Genesi 1:6-8) Questo sembra di significare un rischiarimento, sino ad un certo punto, della distesa tra te acque, sotto le quali era sommersa la superficie della terra, e le fasce di acque sospese al disopra della terra. La distesa o “cielo” non manteneva in alto le fasce d’anelli, ma lo stabilimento della distesa segnò una distinta separazione tra coteste acque di sopra e quelle di sotto. Questa distesa o firmamento era il luogo dove le creature volatili, da essere in seguito create, dovevano volare; ed a tempo l’uomo stesso l’avrebbe invaso col dirigibile, l’areoplano ed il razzo. Al termine del secondo giorno creativo, la luce del sole non aveva ancora penetrato attraverso l’anello acqueo per raggiungere la distesa. Tutto colà era ancora oscuro.
“Poi Dio disse: Le acque che son sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, e apparisca l’asciutto. E così fu. E Dio chiamò l’asciutto Terra, e chiamò la raccolta delle acque Mari. E Dio vide che questo era buono.” (Genesi 1:9,10) Così al principio del terzo giorno creativo, di sette mila anni, vi furono tremende convulsioni entro le viscere della terra, probabilmente cagionate dalla caduta di altre fasce d’anelli sui poli della terra, assoggettandola a nuovi pesi e pressioni. Ad ogni modo, la direttiva potenza di Dio stava operando, e masse di terra furono forzate al disopra della superficie delle acque, che sino allora erano state deserte. Vasti continenti ed isole furono sollevati. Coteste masse di terre erano prive di ogni vita vegetale o pianta.
“Poi Dio disse: Produca la terra della verdura, dell’erbe che faccian seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie portino del frutto avente in sè la propria semenza, sulla terra. E così fu. E la terra produsse della verdura, dell’erbe che facevan seme secondo la loro specie, e degli alberi che portavano del frutto avente in se la propria semenza, secondo la loro specie. E Dio vide che questo era buono. Così fu sera, poi la mattina: e fu il terzo giorno.” (Genesi 1:11-13) Non vi fu nessun processo di evoluzione o sviluppo di una forma o specialità di pianta, attraverso indefiniti ed indistinti cambiamenti, ad un’altra forma di pianta. L’infinita sapienza di Dio creò le moltitudini d’esatte forme di piante e di verdure, ciascuna della quale portava del seme in se stessa per riprodurre e continuare la propria specie inalterata. Tutta questa produzione delle prime forme di vita-vegetativa ebbe luogo durante le tenebre, che ancora volteggiavano nella distesa sopra la terra ed entro il denso anello acqueo.
“Poi Dio disse: Sianvi dei luminari nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano dei segni per le stagioni e per i giorni e per gli anni; e servano da luminari nella distesa dei cieli per dar luce alla terra. E così fu. E Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore, per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. E Dio li mise nella distesa dei cieli per dar luce alla terra, per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che questo era buono. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il quarto giorno.” (Genesi 1:14-19) Questo non vuol dire o signi-ficare che fu appunto durante il quarto giorno creativo della terra che Iddio produsse il sole, intorno al quale la terra gira, e produsse inoltre il satellite della terra, la luna, come pure le stelle visibili che non si possono vedere ad occhio nudo. Questi astri celesti erano in esistenza lungo tempo prima che incominciò il “quarto giorno” della terra. Iddio li aveva creati e sospesi nello spazio a vaste distanze, al di là degli anelli e fasce che circondavano la terra, e pertanto al disopra della distesa o del “cielo” che attorniava la terra, il etri “cielo” separava le acque sulla terra da quelle di sopra.
Ora, tuttavia, per la prima volta apparì la luce del sole, della luna e delle stelle nella distesa del cielo, e quella luce penetrò attraverso le superfici della terra-solare e dei mari. Evidentemente, a quel tempo altre fasce di coperture, pesantemente cariche d’acque, erano cadute sui poli inondando per un tempo l’intera terra e distruggendo la vita vegetale. Dopo che tali acque diluviose si depositarono, altre piante crebbero coprendo con erbe la superficie della terra sporgente. Dopo la caduta dell’ultimo anello, durante il periodo del quarto giorno, non rimasero altro che i più leggieri anelli composti di puro acque, che in seguito dovevano cadere sulle regioni equatoriali e dipoi estendersi verso il nord ed il sud, simile ad una tenda o padiglione sopra la terra. Questi rimanenti anelli acquei erano ormai trasparenti. Per conseguenza essi fecero penetrare la distante luce del sole, della luna e delle stelle, illuminando la distesa od il firmamento; l’aria dell’atmosfera era adesso divenuta relativamente libera di carbonio. Il suo effetto fu quello di produrre una condizione di serra calda sulla terra, sotto il suo trasparente anello. Questa riscaldata temperatura rese favorevole lo sviluppo di mia vegetazione lussureggiante, fin’anche nelle regioni polari del nord e del sud, negl’intervalli di tempo tra la caduta degli anelli o delle fasce.
Dovuto all’anello d’acqua che ancora avvolgeva la terra al disopra del firmamento, il sole, la luna e le stelle non erano definitivamente visibili sulla superficie della terra. Era visibile soltanto la loro luce, diffusa attraverso l’anello. Col passar del tempo, l’anello sarebbe divenuto molto sottile immediatamente sopra l’equatore della terra, e la luce del sole sarebbe penetrata e rifratta con straordinario splendore. Quali creature dovevano in seguito abitare la terra?
ANIMALI O ANIME VIVENTI
Giacché le diverse versioni della Bibbia, che fino a questo punto abbiamo citato, non esprimono il vero senso originale dell’Ebraico nella continuazione del racconto della creazione, adesso citeremo da una versione autorevole. Questa è L’Enfatica Bibbia di Rotherham, pubblicata nel 1902, che si basa sui più autentici manoscritti della Bibbia. Da ora innanzi le citazioni da questa versione della Bibbia enfatica saranno indicate: (Roth.) Conformemente, il Ricordo ora si legge: “Ed Iddio disse: Fa che le acque producano in abbondanza ANIME VIVENTI, e degli uccelli volino sopra la terra, e per l’ampia distesa dei cieli. Ed Iddio creò i grandi mostri marini, e tutte le ANIME VIVENTI che si muovono, di cui le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, ed ogni uccello volatile secondo la sua specie. Ed Iddio vide che questo era buono. E Iddio li benedisse, dicendo: Crescete e moltiplicate, e riempite le acque dei mari, e fa che gli uccelli moltiplichino sulla terra. Così fu sera, e poi fu mattina, il quinto giorno.” - Genesi 1:20-23, Roth.
La Parola verace di Dio, com’è sopra citata, comprova l’esistenza delle anime terrestre migliaia d’anni prima che l’uomo fece la sua apparizione. L’ispirato Ricordo di Dio chiama i mostri marini ed altre creature del mare, come pure gii uccelli, quali “anime viventi”, poiché tutti cotesti animali erano viventi e possedevano un certo grado d’intelligenza. Nell’Ebraico originale della Bibbia l’espressione nephesh chayyah è proprio la stessa espressione che è applicata all’uomo dal suo Creatore. Tenendo questa importante verità in mente, essa aiuterà lo studente della Parola di Dio a liberarsi dall’orribile confusione religiosa e dalle tenebre sulla seguente domanda, e cioè: Che cosa è l’anima umana, e può essa morire simile agli animali inferiori? Se la vostra Bibbia della Versione Riveduta Italiana o Americana, oppure la Versione del Re Giacomo contiene della lettura marginale, voi siete in grado di provare quello ch’è stato detto, leggendo le riferente dei versetti 20 e 30 del margine.
Durante il quinto giorno creativo fu possibile per altri anelli d’acque di precipitarsi sui poli, risultando questa volta nella distruzione degli animali o delle creature viventi mediante le acque glaciali, e pertanto certe specie d’animali che allora furono annientati, oggi non esistono affatto. Questo processo distruttivo assieme ad altri sollevamenti della crosta terrestre, furono, senza dubbio, responsabili per i grandi depositi di pietra da calcina, conosciuti quali “cimiteri di conchiglie”. Però, essendo che questo quinto giorno od epoca era composto di migliaia d’anni, ne consegue che altre forme o specie di vita animale sarebbero state prodotte dalla potenza divina, dopo ciascun diluvio d’acque.
L’ultima epoca o giorno di lavoro era adesso giunta. “E Iddio disse: Fa che la terra produca delle ANIME VIVENTI secondo la loro specie: bestiame, rettili ed animali selvatici secondo la loro specie. E così fu. E Iddio fece gli animali selvatici della terra secondo la loro specie, il bestiame secondo la sua specie, e tutti i rettili della terra, secondo la loro specie. E Iddio vide che questo era buono.” - Genesi 1:24,25, Roth.
Non è dichiarato quali forme o specie d’animali od anime viventi furono create prima, durante il periodo del sesto giorno creativo. Senza dubbio alcune specie d’animali le cui fossili od avanzi pietrificati sono stati trovati depositati nelle profondità della terra, furono distrutti da altre cadenti fasce e da risultanti inondazioni che si precipitarono impetuosamente sui poli, simili alle onde maree. Un giorno creativo non essendo di ventiquattro ore, ma bensì di migliaia d’anni di durata, la potenza di Geova avrebbe riempita la terra di consimili o di nuove specie d’animali. Senza dubbio fu dopo l’ultimo di tale devastante diluvio, nei sesto giorno, che si applica la descrizione della Genesi 2:4-6: “Queste sono le origini [generazioni] dei cieli e della terra quando furono creati, nel giorno che l’Eterno [Geova] Iddio fece la tèrra e i cieli. Non c’era ancora sulla terra alcun arbusto [pianta] della campagna, e nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perchè l’Eterno [Geova] Iddio non aveva fatto piovere sulla terra, e non c’era alcun uomo per coltivare il suolo; ma un vapore saliva dalla terra e adacquava tutta la superfice del suolo.” - V.R.I.