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FIGLIUOLI SPIRITUALI DI DIO
La scienza degli uomini di questo mondo è impotente a sciogliere il segreto della prima creazione di Dio. II segreto è solubile, ed infatti, è ora rivelato a coloro che temono Iddio e che pertanto hanno “la sapienza che è da alto”. Gli scienziati mondani e religiosi, adorando il loro proprio intelletto e quello degli altri uomini, ignorano la sorgente della vera informazione, e cioè, la Parola di Dio, oppure rigettano la sua testimonianza. Cosicché essi negano Iddio quale Autore della Parola e si rendono pertanto insensati. Essi continuano a fissar lo sguardo all’infinita estensione coi loro telescopi, e guardano per mezzo dei loro microscopi amplificati nel reame dei microcosmi, come pure scavano nella terra in cerea di ossa e di avanzo pietrificato di fossili; ma non imparano mai la sorgente della vita, nè pervengono mai ad ottenere la sapienza e la verità vivificante. Costoro non divengono mai liberi dai legami delle loro ingannevoli immaginazioni e supposizioni umane. Essi vanno da una delusione all’altra, e, mentre coloro che confidano nelle loro fallaci teorie si precipitano più profondamente nelle tenebre, il genere umano continua a combattere, a soffrire ed a morire, e il vecchio mondo sta affrontando una terribile fine.
L’Onnipotente ed onnisapiente Iddio, che introdusse nel passato la sua prima creazione ad un tempo sconosciuto, è capace anche adesso di crearti un nuovo mondo di giustizia, dove gli uomini che lo temono e lo adorano in ispirito e verità possono vivere liberamente nella luce, nella pace e nella gioia perenne. La sua prima creazione ha una importante e vitale connessione con lo stabilimento del desiderato nuovo mondo. Non è dunque un affare di specolazione inutile o d’impudente curiosità per gli uomini clic hanno il timore di Dio, d’impegnarsi nell’esame di questo soggetto. È naturalmente giusto per l’uomo il desiderare e il conoscere quello che Iddio ha fatto scrivere nella sua Parola di verità. A tempo propizio Iddio lo rende comprensibile. “Le cose occulte appartengono all’Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri, figliuoli, in perpetuo, perchè mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge.” - Deuteronomio 29:29.
La prima opera creativa di Dio non fu un modello sperimentale. Essa fu la più sublime opera di creazione, sino a diciannove secoli or sono. Essa fu un opera perfetta, dimostrando perfettamente l’infinita sapienza, la conoscenza e la lodevole manifattura del Creatore. Tale creazione fu degna di portare il nome di Geova, il suo Creatore. “Poiché io proclamerò il nome di [Geova]. Magnificate il nostro Iddio! Quanto alla Ròcca, L’OPERA SUA È PERFETTA, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità; egli è giusto e retto.” (Deuteronomio 32:3,4, V.R.I.) Tutte le opere di Geova sono un onore ed un credito a Lui, e lo studio di esse, per meglio conoscerlo, conduce alla sapienza ed alla conoscenza della verità. “Grandi sono le opere dell’Eterno, ricercate da tutti quelli che si dilettano in esse. Quel ch’egli fa è splendore e magnificenza, e la sua giustizia dimora in eterno. Le opere delle sue mani sono verità e giustizia; tutti i suoi precetti sono fermi, stabili in sempiterno, fatti con verità e con dirittura.” - Salmo 111:2,3,7,8.
La prima creazione di Dio era vivente ed intelligente, e fu fatta per possedere la sapienza. “Poiché [Geova] dà la sapienza; dalla sua bocca procedono la scienza e l’intelligenza.” (Proverbi 2:6) Perciò, nel libro degl’ispirati proverbi, il Creatore cagiona a colui ch’è il principio della Sua creazione di parlare nel simbolismo della Sapienza, e dire: “[Geova] mi formò [(lettura al pie di pagina) Geova mi possedè] al principio dei suoi atti, prima di fare alcuna delle opere sue, ab antico. Fui stabilita ab eterno, dal principio, prima che la terra fosse [creata]. Fui generata quando non c’erano ancora abissi, quando ancora non c’erano sorgenti rigurgitanti d’acqua. Fui generata prima che i monti fossero fondati, prima ch’esistessero le colline, quand’egli disponeva i cieli io ero là; quando tracciava un circolo sulla superficie dell’abisso, quando condensava le nuvole in alto, quando rafforzava le fonti dell’abisso, quando assegnava al mare il suo limite perchè le acque non oltrepassassero il suo cenno, quando poneva i fondamenti della terra, io ero presso di lui come un artefice, ero del continuo esuberante di gioia, mi rallegravo in ogni tempo nel suo cospetto; mi rallegravo nella parte abitabile della sua terra, e trovavo la mia gioia tra i figliuoli degli uomini.” - Proverbi 8:22-31, V.R.I.
Geova Iddio aveva ora dato principio al magnificente proposito dell’infinita creazione. Oltre a sè, Iddio aveva ora un’altro “artefice” dotato di perfetta sapienza. Costui aveva ricevuto la vita da Dio. Nella generazione di questo Figliuolo, o nel produrlo alla vita, Geova era stato l’unico Produttore o Creatore, totalmente in assistito da alcuno. La sua prima vivente creatura fu dunque “l’unigenito Figliuolo di Dio”. Egli era uno spirito simile a Geova, il Padre suo, avendo il privilegio di vederlo e di essere con Lui. Essendo uno spirito e all’immagine di Dio, questo unigenito Figliuolo era “in forma di Dio”. Egli era perfettamente soggetto al suo Padre e Creatore. Egli non meditò mai sulla usurpazione di farsi uguale al Padre suo, e sapeva saggiamente che tale uguaglianza era ed è un’impossibilità. Egli riconobbe Geova quale Potenza od Autorità Suprema, e quale suo Capo. Egli non si allontanò giammai da quella, regola. Perciò, l’unigenito Figliuolo come colui che, “esistendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio una cosa da poter afferrare.” (Filippesi 2:6, V.R.A.) Geova, il Padre, amava caramente il suo primogenito Figliuolo, ed il Figliuolo amava il Padre devotamente, di-mostrando tale amore mediante la disinteressata ubbidienza a Lui ed osservando i Suoi comandamenti. Egli temeva Geova, non con un tormentoso, egoistico timore, ma con un timore di non dar mai dispiacere al Padre e Dio suo, e temendo che avesse mancato di glorificarlo. Il Figliuolo adorava Geova Iddio con fervore, il che significa, non un’adorazione ed ammirazione vana, ma bensì un attivo servizio a Dio e così rendergli onore e lode.
Possedeva questo primogenito Figliuolo l’immortalità? ossia, di non essere soggetto alla morte? A quel tempo egli non possedeva questa qualità e non era immortale, e questo è comprovato da altri fatti susseguenti che sono pure dichiarati esplicitamente nella Bibbia. La vita eterna è dipendente dalla infinita ubbidienza a Dio. Mediante la fedele e perfetta ubbidienza, il Figliuolo godeva la vita per virtù dell’approvazione dei Padre suo, e poteva vivere con Lui per sempre. Però, venne il tempo in cui Geova Iddio diede al suo Figliuolo la magnificente opportunità di ottenere l’immortalità. Il fatto che il Padre diede a lui tale opportunità, viene confermato dalla dichiarazione del Figliuolo: “Perchè come il Padre ha vita in sè stesso, così ha dato anche al Figliuolo d’aver vita in sè stesso.” (Giovanni 5:26) Questo dimostra, inoltre, che Geova è il Donatore della vita al Figliuolo.
Il Padre, Geova Iddio, costituì il Figliuolo quale suo portavoce od oratore, posizione che in se stessa significava che vi dovevano essere nel futuro altre creature, e che verso costoro il Figliuolo di Dio avrebbe dichiarato ed eseguito la parola di Dio. Pertanto in questa eccelsa posizione il Figliuolo fu chiamato “La Parola di Dio”. Questa posizione di essere il Capo-Esecutivo Ufficiale di Geova mise l’unigenito Figliuolo in una posizione superiore a quella di tutte le altre creature, che in seguito sarebbero state create. Il Padre investì il Figliuolo di un potere che conveniva alla sua autorevole posizione, e così il Figliuolo, questo abile “artefice” che dimorava presso Geova Iddio, era un potente, che esisteva prima degli altri, ad eccezione di Geova. Concernente il Figliuolo, nella capacità ufficiale della “Parola di Dio”, è scritto: “Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio [ossia, potente]. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.” - Giovanni 1:1-3.
Significa questo che Geova Iddio (Elohim) ed il suo primogenito Figliuolo sono due persone ma al medesimo tempo un Dio e membri di una cosidetta “trinità” o “dio uno e trino”? Quando la religione insegna tale dottrina essa trasgredisce la Parola di Dio, falsifica le Scritture risultando nella distruzione di coloro che divengono ingannati, ed insulta inoltre l’intelligenza e la facoltà della ragione concessa da Dio. Notate bene che la citazione sopra menzionata da Giovanni 1:1-3, fa menzione di soltanto due persone, non tre. Le stesse parole del testo dimostrano altresì che il Figliuolo, ricevendo la vita, non può essere contemporaneo o coesistente dall’eternità col Padre, il quale dà vita, al Figliuolo e così lo principia. Quantunque non v’è nessun principio di Dio (Elohim), o Geova, vi fu però un principio di parola; e fu Iddio che incominciò a parlare o produrre la parola. Cosicché il titolo stesso dimostra nettamente che Geova Iddio produsse o diede principio a colui che vien chiamato “La Parola”. “La tua parola è verace sin dal principio”; oppure, secondo la lettura marginale della Bibbia: “Il principio della tua parola è verace.” (Salmo 119:160, V.A.) Iddio è l’origine della Parola. “E Dio [Elohim] disse.” - Genesi 1:3, 6, 9, 11, 14, 20, 24, 26.
La confusione è cagionata dall’incorretta traduzione di Giovanni 1:1-3 dal Greco, in cui il testo fu originalmente scritto e poi tradotto in molte lingue; tale traduzione fu fatta dai religionisti che cercarono di manifatturare la prova per la loro dottrina di una “trinità”. Questo l’atto è reso chiaro in un libro intitolato “The Emphatic Diaglott”, che mostra il testo originale delle Scritture in lettere Greche, e sotto ogni linea del testo Greco vien presentato la traduzione del Greco originale, parola-per-pavola. Questa sottolineata traduzione Inglese, si leggio così: “In un principio era la Parola, e la Parola era con il Dio, ed un dio era la Parola. Questa era in un principio con il Dio. Tutto per mezzo di essa fu fatto; e senza di essa fu fatta neanche una cosa, eh’è stata fatta.” Nella regolare Versione Inglese della colonna a mano destra, tradotta in lingua Italiana, l’Emphatic Diaglott intensifica la distinzione tra il Creatore, come IL Dio, e la Parola (Logos) come UN dio, collo stampare la parola “DIO” in lettere maiuscole quando si riferisce al Creatore, e “Dio” quando si riferisce alla Parola od al Logos.
Ricordando che la parola “dio”, secondo l’Ebraico, significa “potente” o “colui ch’è prima (di altri)”, e ricordando la potenza e la posizione del Figliuolo in contrasto a tutto il resto della creazione, è facile a comprendere che il Figliuolo di Dio, la Parola, era ed è “un dio” (El), o “potente”, preeminente, al disopra o prima di altre creature; mentre Geova, il Produttore della Parola, è “il Dio” (Elohim), senza principio ed “ab eterno in eterno”.
Col riferire a Giovanni 10:34-36, voi osserverete che Gesù cita dalla legge al Salmo 82:6, e dice: “Non è egli scritto nella vostra legge: lo ho detto: Voi siete dèi? Se chiama dèi coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), come mai dite voi a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, che bestemmia, perchè ho detto: Son Figliuolo di Dio?” Se quei potenti uomini della terra, contro cui Iddio diresse la sua parola di condanna, potevano essere chiamati “dèi”, tanto più le Scritture potevano parlare ed infatti parlano del Figliuolo di Dio, la Parola, come “un dio”. Egli è un “potente dio”, ma non l’Onnipotente Iddio, ch’è Geova. (Isaia 9:5) Certamente, dunque, Giovanni 1:1-3, secondo il suo testo originale in Greco, non è una prova che Geova Iddio ed il suo Figliuolo sono “una persona, uguale in potenza ed in gloria”, come dicono i catechismi religiosi senza nessuna prova scritturale. Il contrario è vero. Iddio, il Parlatore, ha potere sulla Parola, e manda la Parola per recare e compiere il messaggio di Dio. In accordo a questo, Giovanni 1:18 dice: “Nessuno ha veduto Iddio in qualsiasi tempo; l’unigenito di Dio, colui che esiste nel seno del Padre, Egli l’ha svelato.” - Traduzione di Rotherham; vedi pure la traduzione della V.R.A.
Ora sorge la domanda riguardo alle altre creature che furono prodotte dopo il primogenito Figliuolo di Dio, la Parola. Era ciascuna di queste altre creature una diretta creazione di Dio, com’era stato creato il suo Figliuolo, la Parola? Il titolo della Parola di Dio: “l’unigenito Figliuolo” indica che le altre creature non erano la diretta creazione di Dio senza l’intervento di qualche agente. Dopo che la Parola fu creata da Geova Iddio direttamente, allora Egli adoperò questo primogenito Figliuolo quale Suo agente od “artefice” nella creazione di ogni altra cosa. Concernente la Parola, Giovanni 1:3 ne rende testimonianza: “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.” Giovanni 1:14 dichiara inoltre che l’unigenito Figliuolo di Dio, la Parola, era Colui che a tempo propizio divenne “l’uomo Cristo Gesù”; il ricordo dice: “E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre.” In 1Giovanni 1:1 sì legge: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiam veduto con gli occhi nostri, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita.”
Il modo in cui Iddio adoperò il suo Figliuolo, ossia, la Parola, nella creazione di ogni cosa, dopo ch’egli stesso fu ereato, è inoltre dichiarato agli Efesini 3:9: “Iddio, che ha create tutte le cose mediante Gesù Cristo.” (V.A.) Ai Colossesi 1:15-17 è altresì scritto concernente la Parola o Gesù Cristo: “Il quale è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito d’ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano podestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui; ed egli è avanti, ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui.” Era necessario che la Parola di Dio, Cristo Gesù, fosse il “primogenito d’ogni creatura”, per essere prima di tutte le altre creature e per essere “l’artefice” di Dio nella produzione di esse. Questo è dimostrato da Cristo Gesù, che disse riguardo a se stesso: “Queste cose dice l’Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio.” - Apocalisse 3:14.
Essendo egli l’unigenito Figliuolo di Dio ed “il primogenito d’ogni creatura”, la Parola sarebbe stato un principe fra tutte le altre creature. In questa elevata posizione egli portava un altro nome in cielo, il cui nome è “Michele”. Esso significa: “Chi è simile a Dio?” designando il portatore di tal nome quale sostenitore della maestà e della supremazia di Geova Iddio, colui che rivendicherà il nome e la parola di Geova contro qualsiasi possibile falsa accusa e snaturamento. Nel corso del tempo altri nomi furono dati al Figliuolo. Fra tutti i principati che furono creati nell’invisibile reame spirituale, Michele era “uno dei primi capi [o principi]”, ed in tempo debito egli divenne l’invisibile principe d’Israele, lo scelto popolo di Dio. (Daniele 10:13, 21; 12:1; Giuda 9; Deuteronomio 34:5, 6) Quale potente principe e messaggero, Michele ha degli angeli sotto il suo comando, e pertanto egli è un arcangelo. È proprio lui che Geova adopera per estirpare ogni ribellione dall’universo, quantunque tale proseguimento di giudizio sia accompagnato da un tempo di afflizione sulla terra, “tale che non v’è stata l’uguale”. - Apocalisse 12:7-9; Daniele 12:1; Matteo 24:3, 21, 22; 1 Tessalonicesi 4:16.
L’ispirata Parola di verità non rivela per quanto tempo Geova Iddio ed il suo diletto Figliuolo erano assieme senz’altra compagnia, godendo l’amore reciproco. Però, Geova si compiace nell’opera della creazione e nel concedere alle creature la sua infinita benevolenza; perciò giunse il tempo di produrre altre creature. Egli operò unitamente col suo primogenito Figliuolo, il quale era in completa armonia coi proponimenti del Padre suo, agendo in perfetta unità e cooperazione con Lui. Era dunque appropriato che il Figliuolo dicesse: “Io ed il Padre siamo uno.” (Giovanni 10:30) Il Figliuolo, sotto la direzione del Padre suo, si dimostrò un abile “artefice” e produsse altre creature spirituali che ricevettero diversi gradi, potere ed autorità, chiamati: cherubini, serafini, ed angeli.
Cherubini sono coloro che occupano l’ufficio di sopportatori, cioè, del trono di Dio; essi costituiscono il corteggio del Suo trono e sostengono la Sua maestà nel trono, quale Suprema Potenza dell’Universo. Quindi, parlando di Geova Iddio è scritto al Salmo 80:1: “O tu che siedi sopra i cherubini, fai risplendere la tua gloria!” (V.R.I.) Inoltre al Salmo 18:10: “[Egli] cavalcava sopra un cherubino e volava veloce sulle ali del vento.” Altresì Salmo 99:1: “L’Eterno [Geova] regna; tremino i popoli; egli siede sui cherubini.” - V.R.I.
Sul coperchio dell’arca della testimonianza, che Geova comandò Mosè di costruire, v’erano due rappresentazioni di cherubini d’oro sulle due estremità del propiziatorio. Ma al sommo sacerdote ed ai popolo d’Israele non fu permesso loro di adorare queste immagini cherubiche. Onde impedir questo, Iddio comandò che, quando l’arca del patto veniva trasportata da un luogo all’altro, l’intera arca ed i due cherubini dovevano essere coperti con un velo affinchè non fossero visibili al popolo. (Esodo 25:18-22; Numeri 4:5) L’uomo venne in contatto coi cherubini viventi al principio della storia umana. - Genesi 3:24; Ezechiele 28:13, 14.
Serafini significano ardenti od infuocati. La rivelazione divina dimostra ch’essi attendono sul trono di Dio nel suo tempio di giudizio, e sono adoperati per purificare o togliere la contaminazione, come dal fuoco. Essi dichiarano l’eccellente santità di Dio, e sono stati adoperati per preannunziare il fatto che tutta la terra sarà riempita della gloria di Geova. - Isaia 6:1-7.
Angeli letteralmente significano messaggeri. Essi denotano non solo di essere i portatori del messaggio di Geova, ma altresì di essere i suoi deputati celesti mandati per compiere commissioni di servizio. Colui che occupa la posizione di capo o principale su un corpo di angeli costituisce un arcangelo. Tutti questi sono figliuoli spirituali, invisibili all’uomo e più superiori di lui in forma di vita e di organismo. Relativamente alla creazione degli angeli di Dio, è scritto: “Egli fa dei suoi angeli spiriti; i suoi ministri un fuoco ardente.” - Salmo 104:4; Ebrei 1:7, V.A.
Tutti costoro sono creature risplendenti e gloriose. Ne consegue che nelle Scritture esse sono rassomigliate alle stelle, che l’uomo vede nei cieli. Tutti costoro erano figliuoli di Dio per virtù di aver ricevuto la vita da Geova e dal suo primogenito Figliuolo, la Parola. La Parola fu prodotta al mattino della creazione. Allora, mentre la creazione era ancora all’inizio, Geova assieme alla Parola crearono un’altro glorioso figliuolo spirituale, chiamato Heylel, che significa il risplendente, l’astro mattutino, o Lucifero. Essendo uno dei primi figliuoli di Dio, egli è chiamato un “figliuol dell’aurora”. (Isaia 14:12) La Parola e Lucifero sembrano di essere state designate le due “stelle del mattino”.
Sino a questo punto nella storia universale, tutto era colmo di gioia, di pace e di opera costruttiva attraverso il reame di Geova composto di creature celesti. Il Ricordo, in Giobbe 38:7, descrive un’occasione dì cantico e gridi di giubilo fra di loro: “Quando le stelle del mattino cantavan tutte assieme e tutti i figli di Dio davan in gridi di giubilo.”
Tutti questi gloriosi figliuoli spirituali di Geova furono stabiliti ordinatamente, assegnandoli a certi rispettivi doveri per operare in perfetta armonia l’uno con l’altro, senza nessuna discordia e difficoltà. Così tutti operavano assieme senza confusione per l’eseguimento del giusto e santo proposito del loro Creatore, Geova. Essendo così accomodati e distribuiti in “troni, o signorie, o principati, o podestà”, tutti componevano la parte celeste di un’organizzazione universale, cioè, l’organizzazione di Geova, sulla quale Egli regna supremo come ‘Re eterno’. (Geremia 10:10) Tutti erano soggetti a Geova, quale Capo Supremo. Anche la Parola, che in seguito divenne Gesù Cristo, era sottoposto al Padre: “II capo di Cristo è Dio.” (1 Corinzi 11:3; 15:28) L’unigenito Figliuolo e tutti gli altri figliuoli spirituali di Dio, adoravano Geova quale Iddio Altissimo ed Antico come l’eternità. “E un [Antico di giorni] s’assise. La sua veste era bianca come la neve, e i capelli del suo capo eran come lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono e le ruote d’esso erano fuoco ardente. Un fiume di fuoco sgorgava e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, e diecimila miriadi gli stavan davanti.” (Daniele 7:9, 10) Benedetta è la loro posizione di vedere la maestosa bellezza di Geova e di essere i suoi santi ministri!