UN DIO DI VERITÀ

    Aprite la vostra copia della Bibbia al suo primo libro, ch’è chiamato “Genesi”, ed al primo versetto. Non importa se avete la Versione Cattoica Douay, la Versione Ebraica Leeser, oppure e versioni Protestanti Americane o Italiane. Tutte traducono le stesse prime parole Ebraiche della Bibbia originale: B’reshith’bara’Elohim’, e tutte dicono nello stesso modo: “Nel principio Iddio creò.”
    Queste ispirate parole mettono Iddio prima. Esse non principiano col proporre la domanda degli scienzati mondani, che dicono: V’è forse un Dio? poiché, considerando ogni cosa, tale domanda è insensata. “Lo stolto ha detto nel suo cuore : Non c’è Dio, Si sono corrotti, si son resi abominevoli con la loro malvagità, non v’è alcuno [di loro] che faccia il bene. Iddio ha riguardato dal cielo sui figliuoli degli uomini, per vedere se vi fosse alcuno [di loro] che avesse intelletto, che cercasse Iddio.” (Salmo 53:1, 2) La condotta di coloro che negano o dubitano l’esistenza di Dio, ed il suo risultato, dimostra nettamente ch’essi sono stolti od insensati. Costoro negano la verità centrale, e sono nella schiavitù dell’errore che conduce alla perenne distruzione. Onde liberarsi da tale errore mortale ed avvicinarsi al grande Datore della vita e della verità, l’uomo deve credere all’esistenza di Dio. Le prove irrefutabili “ch’Egli è”, sono infinite. “Or”senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano.” [Ebrei 11: 6] “Il timore dell’Eterno è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione.” “Il timor dell’Eterno è fonte di vita e fa schivare le insidie della morte.” -Proverbi 1:7; 14:27.
    Egli è un “Dio di verità”. È “impossibile che Dio abbia mentito”, ed Egli “non può rinnegare se stesso”. Quindi, egli principia il suo ispirato libro della Genesi con l’evidente verità che Iddio è: “Nel principio Iddio creò.” Questo non significa che v’era un principio con Dio; ma bensì ch’Egli è il Principio di tutte le cose ch’esistono. Egli è il Creatore, la Sorgente di tutta la creazione. L’uomo che fu ispirato da Dio per scrivere il librò della Genesi, scrisse inoltre: “Avanti che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi, ab eterno in eterno, tu sei Dio.” -Salmo 90: 2.
    E interamente convenevole a Dio che la sua eterna esistenza sia inscrutabile ed incomprensibile dall’uomo insignificante e di facoltà limitate, il quale non può neanche scoprire i segreti profondi delle opere meravigliose di Dio che si trovano intorno a lui, una delle quali opere è la creazione dell’uomo stesso. “Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, ne le vostre vie sono le mie vie, dice l’Eterno. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così son le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.” (Isaia 55: 8, 9) Non avendo nessun principio, Iddio il Creatore è pertanto l’unico Essere. Egli è II Supremo. “Il quale solo possiede l’immortalità ed abita una luce inaccessibile ; il quale nessun uomo ha veduto ne può vedere; al quale siano onore e potenza eterna. Amen.”-1 Timoteo 6:16.
    Vi fu un tempo quando Iddio incominciò a creare. Prima di ciò Egli era tutto solo nell’universo, per un tempo smisurato. Egli non era un solitario isolato; poiché Egli è perfetto, essendo completo in se stesso. Ne consegue che il suo piacere è assolutamente indipendente dalle creature, quantunque Egli trova immenso piacere nell’esercizio della sua potenza illimitata di creazione. Coloro che lo adorano in verità, dicono in devozione riverenziale: “Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricever la gloria e l’onore e la potenza: poiché tu creasti tutte le cose, e per la tua volontà [piacere] esistettero e furono create.” -Apocalisse 4:11.
    Non vi fu mai un tempo in cui vi fosse stato caos, ossia, una condizione informe, disorganizzata e confusa, per tutto l’universo. È soltanto la Greca mitologia pagana che asserisce che Caos era il più antico degli dèi. Smascherando la stoltezza di tale idea di scienza pagana, la divina Parola di verità dice : “Iddio non è l’autore di confusione, ma di pace.” “Dio non è un Dio di confusione, ma di pace.” (1 Corinzi 11:33, V.A. e V.R.I.) Egli non portò ordine da caos, poiché caos non è esistito giammai contemporaneamente al Vero Iddio vivente’. L’universo non fu mai fuori, del suo controllo. Quando Egli, il solo abitante dell’universo e dell’eternità, incominciò a creare, Egli proseguì ordinatamente. I suoi processi della creazione, siano essi stati istantanei o progressivi, operavano sotto la sua regola e secondo le leggi ch’Egli stabilì per governare il processo creativo sino alla perfezione. Nulla può far sfuggire il suo controllo e la sua autorità.
    Quale prova della sua innegabile esistenza, supremazia, imperscrutabile sapienza e la sua onnipotenza, Iddio richiama all’attenzione dell’uomo le stupende opere a lui visibili nei cieli, sulla terra e nei mari, le cui opere esistevano lungo tempo prima dell’apparizione dell’uomo sulla terra e che continuano ad operare senza l’aiuto dell’uomo ed al di là della sua facoltà di poter spiegare o controllare tali cose. -Leggete capitoli 38 a 41 del libro di Giobbe.
    L’uomo assennato, meravigliandosi di tali opere di potenza ed intelligenza divina, esclama: “Il mio orecchio aveva sentito parlai di te ma ora l’occhio mio t’ha veduto. Perciò mi ritratto, mi pento sulla polvere e sulla cenere.” Tale uomo apprezza l’ispirate parole del salmista: “Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte - che cos’è l’uomo che tu n’abbia memoria? e il figliuol dell’uomo che tu ne prenda cura?” (Giobbe 42:5,6; Salmo 8:3,4) A tale uomo onesto i cieli, quantunque in silenzio, rendono infallibile testimonianza che Iddio esiste ed è glorioso: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani. Un giorno sgorga parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra. Non hanno favella, nè parole; la loro voce non s’ode. Ma il loro suono esce fuori per tutta la terra, e i loro accenti vanno fino all’estremità del mondo. Quivi Iddio ha posto una tenda per il sole, … e niente è nascosto al suo calore.” -Salmo 19:1-6, V.R.I.
    Iddio è Colui ch’è Onnipotente. A coloro che trasgrediscono contro questa verità, Egli dice : “Ricordate il passato, le cose antiche: perchè io son Dio, e non ve n’è alcun altro; sono Dio, e niuno è simile a me.” (Isaia 46:9) I religionisti additano al l’atto che la parola Dio, quivi, come pure nella Genesi 1:1, è la parola Elohbn nell’Ebraico originale, e che Elohim è il numero plurale della parola Ebraica Elòah. Quindi essi avanzano la pretesa che in questi ed altri versi Elohim significa “dèi”, e che questo dimostra che l’Onnipotente Iddio è una trinità di personaggi, essendo tutte tre non creati, avendo assieme una esistenza eterna, ed uguali in potenza e gloria. Tale dottrina di tre persone in un dio, non solo è totalmente irragionevole ed al di là dell’abilità di questi maestri della trinità di poter spiegare, ma inoltre neanche la parola “trinità”, o neppure una tale idea, appare nella verace Parola di Dio. Però, la trinità degli dèi è una dottrina delle religioni pagane che fu insegnata in Egitto, nella Babilonia, nella Grecia, nella Cina ed in altri paesi lungo tempo prima della sua adozione dai religionisti della cosidetta “Cristianità”. La sciocchezza di tale dottrina della trinità contraria alle Scritture, e la sua evidente origine pagana, apparirà molto più chiara col progresso di questa discussione. La risplendente verità riguardo al ‘vero Iddio vivente’, vi renderà liberi dalle grossolane bestemmie e confusionanti dottrine della religione.
    A questo punto basta dire che la parola Elohim, benché sia in forma plurale, è accompagnata da un pronome singolare ed un verbo singolare quando si riferisce al Supremo ed Onnipotente Iddio. Questo fatto dimostra l’unità dell’Ente Supremo, non essendovi nessun’altro esistente all’infuori di Lui, nessuno simile a Lui, nessuno ugnale a Lui in potenza, gloria ed eternità. Cosicché la forma plurale Elohim, signi-ficando l’Onnipotente Iddio, è semplicemente il plurale! della sua eccellenza e maestà, e significa una Persona. Eloah, (singolare) e Elohim (plurale) sono ambedue amplificate dall’originale nome Ebraico: El; ed alla sua volta, El è tratto dal verbo ool, che significa di essere forte e potente, o di essere prima od avanti di tutti. Perciò, il plurale Elohim è precisamente adatto e descrive il Supremo con cui risiede ogni potenza, che sorpassa tutti, che prima di tutti nella Sua eccellenza e nella sua esistenza eterna.
    Se Iddio è quel che è, qual’ è il suo nome? Onesta domanda fu proposta lungo tempo fa, migliaia d’anni or sono, ai tempi di Mosè. Mediante il miracolo del pruno ardente, l’Onnipotente Iddio manifestò la sua presenza a Mosè per un vero e deciso proposito. “E Mosè disse a Dio: Ecco, quando sarò andato dai figliuoli d’Israele e avrò detto loro : L’Iddio dei vostri padri m’ha mandato da voi, se essi mi dicono: Quale il suo nome? che risponderò loro? Iddio [Elohim] disse a Mosè: IO SONO QUEGLI CHE SONO. Poi disse: Dirai così ai figliuoli d’Israele: L’IO SONO m’ha mandato da voi. Iddio [Elohim] disse ancora a Mosè: Dirai così ai figliuoli d’Israele: GEOVA, l’Iddio [Elohim] dei vostri padri, l’Iddio [Elohim] d’Abrahamo, l’Iddio [Elohim] d’Isacco, e l’Iddio [Elohim] di Giacobbe mi ha mandato da voi. Tale è il mio nome in perpetuo, tale la mia designazione per tutte le generazioni.” -Esodo 3: 13-15,  V.R.I.
    Elohim quivi è Geova, e non vi sono tre persone Geova; soltanto una. Nel più grande comandamento della legge il Signore Iddio dice, mediante il suo profeta Mosè : “Ascolta, Israele : Geova, l’Iddio [Elohim] nostro, è l’unico Geova. Tu amerai dunque Geova, il tuo dio [Elohim], con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.” (Deuteronomio 6:4,5, V.R.A.) Così l’argomento che il titolo Elohim sopporta la dottrina della trinità, vien provato di essere completamente falso ed assurdo.
    Mediante il suo profeta Isaia, l’Eterno Iddio annunzia: “Io sono Geova; tale è il mio nome; e io non darò la mia gloria ad un altro, nè la lode che m’appartiene, agl’idoli.” (Isaia 42:8, V.R.A.) In quale tempo il Signore Iddio rivelò questo eccelso nome all’umanità sulla terra, non è definitivamente dichiarato. Esso appare per la prima volta nel testo Ebraico della Bibbia in Genesi 2:4, ed occorre in seguito sei mila e sei cento volte, dalla Genesi a Majachja. Le versioni della Bibbia Inglese,la versione Cattolica Douay, la versione Giudaica Leeser, e la Versione Autorizzata del Re Giacomo (come pure le versioni Italiane) nascondono questa importante verità traducendo il nome Geova con le parole: SIGNORE, IDDIO. e L’Eterno. La Versione del Re Giacomo fa solamente quattro eccezioni a questa pratica che oscura la verità. Però, il nome Geova fu menzionato la prima volta dalle labbra della prima donna, com’è descritto in Genesi 4:1. V.R.A. Il primo uomo che si rivolse a Lui chiamandolo Geova fu il patriarca Abrahamo, “l’amico di Dio”, nella Genesi 15:2,7,8: Iddio “gli disse: Io sono Geova che t’ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questo paese, perchè tu lo possegga. E Abramo chiese : Signore, Geova, da che posso io conoscere che lo possederò?” -V.R.A.
    Il Signore Iddio si rivelò pure ad Ahrahamo sotto un’altro titolo: “Quando Abramo fu d’età di novantanove anni, Geova gli apparve e gli disse: Io sono l’Iddio Onnipotente.” (Genesi 17:1, V.R.A.) Questo titolo fu palesato per fortificare la fede di Abrahamo nella promessa che Iddio gli aveva fatta, in riguardo alla miracolosa nascita di un figliuolo.
    Il fatto che Abrahamo ed altri prima dei tempi di Mosè conoscevano quel nome ma non apprezzavano il suo significato, è dichiarato da Dio stesso : “E Dio parlò a Mosè, e gli disse : Io sono Geova, e apparii ad Abrahamo, ad Isacco e a Giacobbe, come l’Iddio Onnipotente ; ma non fui conosciuto dà loro sotto il mio nome di Geova.” (Esodo 6: 2, 3, V.R.A. Vedi, pure la Versione Riveduta Italiana, margine.) Allora Geova continuò a dichiarare il suo proposito concernente il suo scelto popolo, ch’era schiavo in Egitto. Il suo immutabile proposito era quello di adempiere una parte del suo patto solenne ch’Egli fece con il loro antenato, Abrahamo, e di costituirli il suo popolo del patto. Quella era l’occasione per far conoscere il profondo significato del nome di Dio. Giacché in quella occasione tal nome ricevette molta prominenza da Dio, come pure la scelta, speciale ch’Egli ne fece di ciò, annunziando il suo proposito di rivendicar se stesso e la parola del suo patto, è ben chiaro che il nome Geova significa Il Proponitore, od il Suo proponimento verso le sue creature. Il nome non richiama l’attenzione al l’atto ch’Egli è l’Eterno, che certamente lo è. Il nome è la forma causativa del verbo Ebraico havah (dì essere) e letteralmente significa “Egli causa di essere”, ossia, Egli causa secondo il suo proposito.
    Per molti secoli, particolarmente dopo la morte di Gesù e dei suoi apostoli, il significato del nome Geova è stato sconosciuto, ed anche il nome stesso è stato tenuto nell’oscurità. Soltanto negli anni recentissimi Iddio ha fatto sì che il suo nome fosse nuovamente esposto alla luce, ed il suo significato fosse reso consapevole ai suoi fedeli servitori, poiché il tempo propizio per la rivendicazione del suo nome Geova si avvicina rapidamente. Facciamo sì dunque, che nessuno di noi ignori quell’eccelso nome!
    La designazione “Geova Iddio” appare per la prima volta nelle Sacre Scritture in Genesi 2:4, V.R.A. Essendo Iddio (Elohim), Geova è divino. Egli è la Divinità od il Divino. “Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiamo credere che la Divinità sia simile ad oro, ad argento, o a pietra, scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana.” -Atti 17: 29, Douay.
    Geova è invisibile agli occhi umani, ma Egli dà all’umanità ampia evidenza della sua divinità mediante le sue meravigliose opere visibili. Poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue.” (Romani 1: 20, Douay) Non sarebbe appropriato parlare di Geova come possedente la “natura divina”, poiché natura significa ciò eh’è nato o prodotto, oppure, ciò che sia secondo la nascita o lo sviluppo; invece Geova e senza nascita, principio o sviluppo. Egli è sempre perfètto, e produce ogni cosa giusta, buona e perfetta. Però, alle creature che si dimostrano fedeli discepoli di Gesù, è scritto da Pietro il discepolo: “Poiché la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati mercè la propria gloria e virtù, per le quali Egli ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse onde per loro mezzo voi foste fatti partecipi della natura divina [(letteralmente) di una natura divina] dopo esser fuggiti dalla corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza.” (2 Pietro 1: 3,4) Cotesti fedeli discepoli, assieme a Gesù, divengono partecipi “della natura divina” per virtù di essere specialmente generati dalla potenza invisibile della Divinità, Geova Iddio.
    Iddio è invisibile, al di là del potere e della capacità dell’uomo di poterlo vedere. Egli disse al profeta Mosè : “Tu non puoi veder la mia faccia, perchè l’uomo non, mi può vedere e vivere.” (Esodo 33: 20) Perciò la natura umana non andrà mai in cielo e non vedrà Iddio. Questo è sostenuto da un discepolo di Gesù, che scrive: “Nessuno ha mai veduto Iddio ; l’unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è quel che l’ha fatto conoscere.” “E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuol del-l’uomo che è nel cielo.” (Giovanni 1:18; 3:13) Questo è altrettanto vero perchè la natura umana è “della terra, terrestre”, ma Iddio è spirituale ed è Lo Spirito. Concernente il grande Spirito e l’unico modo di adorarlo, Gesù disse: “Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Iddio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in ispirito e verità.” -Giovanni 4: 23, 24.
    E forse necessario ora di andare in qualche tempio o cattedrale della religione per poter adorare Iddio, il quale è spirito? Paolo, il suo servitore, dà la vera risposta. “L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti d’opera di mano ; e non è servito da mani d’uomini ; come se avesse bisogno di alcuna cosa; Egli, che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa. … Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiamo credere che la Divinità sia simile ad oro, ad argento, o a pietra scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana. Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi.” -Atti 17: 21-30; 7:48-50.
    È forse un atto di adorazione a Dio quando un individuo offre incenso e s’inchina dinanzi ad una immagine di qualsiasi specie o materiale, ed inginocchiandosi rivolge le sue preghiere a tale immagine? Quella è la pratica della religione, ma non è affatto l’adorazione di Dio, cioè, il vero Dio che Gesù adorò in ispirito ed in verità. (Giovanni 20:17) Tutti i fedeli adoratori di Dio, da Abele sino a Mosè, non adorarono Iddio in tempii di fattura umana oppure davanti alle immagini. Sul Monte Horeb, in Arabia, Geova Iddio diede una spaventosa manifestazione della sua onnipotenza, ed in seguito chiamò Mosè sul monte e gli diede le tavole di pietra dei Dieci Comandamenti, scritte con la Sua propria mano, “scritte col dito di Dio.” I primi due di questi comandamenti si leggono come segue: “Io sono Geova, l’Iddio [Elohim] tuo, che ti ho tratto dal paese d’Egitto, dalla casa di servitù. Non avere altri dei nel mio cospetto. Non ti fare scultura alcuna nè immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perchè io, Geova, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso.” -Esodo 20: 2-5, V.R.A.; e 31:18.
    Un religionista non può giustificarsi, dicendo ch’egli dà all’immagine semplicemente “relativo onore ed adorazione” e non adora l’immagine stessa, ma colui che l’immagine rappresenta. Quello è proprio l’argomento che diedero i pagani per giustificare l’uso delle immagini nella loro religione, adorando il sole, la lima, le stelle, e la “regina del cielo”, com’essi la chiamavano. (Geremia 7:18; 44:17-25) Con tale pratica religiosa costoro ingannano se stessi, ed Iddio non giustifica giammai l’uso delle immagini sotto tale pretesa, ma le chiama un laccio insidioso è sono assolutamente proibite a coloro che lo adorano in ispirito e verità. Anche accennare con la mano e dare un saluto, e gettare un bacio con la mano a qualche immagine o cosa, era da Dio proibito poiché costituiva una idolatria.
    Perciò, Iddio ispirò Mosè ad annunziare “e scrivere questo avvertimento, per il beneficio del popolo in patto con Dio: “Or dunque, siccome non vedeste alcuna figura il giorno che [ Geova] vi parlò in Horeb di mezzo al fuoco, vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinchè non vi corrompiate e vi facciate qualche immagine scolpita, la rappresentazione di qualche idolo, la figura d’un uomo o d’una donna, la figura di un animale tra quelli che son sulla terra, la figura d’un uccello che vola nei cieli, la figura d’una bestia che striscia sul suolo, la figura d’un pesce che vive nelle acque sotto la terra; ed anche affinchè, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non sia tratto a prostrarti davanti a quelle cose e ad offrir loro un culto. Quelle cose sono il retaggio [l’eredità] che [Geova], l’Iddio tuo, ha assegnato a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli.” Inoltre, avvertendoli contro tali pratiche religiose, Geova Iddio aggiunse: “E non servire agli dèi loro, perchè ciò ti sarebbe un laccio. Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi; non agognerai e non prenderai per te l’argento che su quelle, onde tu non abbia ad esserne preso come da un laccio; perchè sono un’abominazione per [Geova], ch’è l’Iddio tuo.” (Deuteronomio 4:15-19; 7:16,25, V.R.I.)Così, la verace Parola di Dio dichiara nettamente che la religione è un laccio mortale.
    Al Salmo 84:11 v’è l’ispirata dichiarazione: “[Geova] Iddio è sole e scudo.” (V.R.I.) Ma questa non è una giustificazione per gli adoratori di Geova Iddio di baciare con la mano il sole od uno scudo, oppure di salutarli, prostrandosi dinanzi a tali cose perchè sono adoperate quali simboli di Dio. Il vero e puro adoratore di Dio deve astenersi da tale pratica religiosa, senza mai fare riverenza alle creature ed alle cose di fattura umana, come fece il fedele uomo, Giobbe. Egli disse : “Se ho riposto la mia fiducia nell’oro, se all’oro fino ho detto: Tu sei la mia speranza, se mi son rallegrato che le mie ricchezze; fossero grandi e la mia mano avesse molto accumulato, se, contemplando il sole che raggiava e la luna che procedeva lucente nel suo corso, il mio cuore, in segreto, s’è lasciato sedurre e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano (misfatto anche questo punito dai giudici che avrei difatti rinnegato l’Iddio eh’è di sopra).” -Giobbe 31:24-28; 1 Re 19:18; Osea 13:2.
    Non vi può essere nulla di massima importanza che quello di adorare Geova iddio in ispirito e verità, come disse Gesù. Questo è un diritto che Iddio esige da tutte le Sue creature, e nessun governo umano, non importa qual sia la sua elevata condizione sulla terra, ha diritto alcuno d’interporsi con tale giusta adorazione e di dettarci contrariamente alla regola ed al comandamento dell’adorazione di Geova Iddio. Geova è la Potenza Suprema. (Ecclesiaste 5: 8) La vita dell’intelligente creazione dipende dalla vera adorazione alla Potenza Suprema. “Scegli dunque; la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie, amando [Geova], il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui (poich’egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni).” (Deuteronomio 30:19,20; 32:47) “[Egli] è il vero Dio, e la vita eterna.” (1 Giovanni 5: 20) “Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.” -Romani 6: 23.

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