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Libri biblici
Nehemia
In origine il libro chiamato “Nehemia” era unito al libro di Esdra formando un unico libro, conosciuto col nome di “Esdra”. Successivamente gli Ebrei divisero il libro così come è diviso attualmente, chiamando però le due parti di esso Primo e Secondo Esdra.
Ester
Il libro di Ester prende nome dal personaggio principale, e non dal suo scrittore, che in genere si crede sia stato Mardocheo. “Ester”, forma persiana dell’equivalente termine ebraico “Hadassah”, significa “fresco mirto”. Gli Ebrei chiamarono il libro semplicemente Meglliàh, che vuol dire “rotolo, volume”. La canonicità o autenticità del libro è messa in dubbio da molti. La principale obiezione non è basata su prove storiche o su una ben fondata analisi critica, ma sull’arbitraria, emotiva reazione suscitata dal fatto che nella narrazione non compare nemmeno una volta il nome di Dio.
Giobbe
I "GRANDI critici" religiosi vorrebbero derubare Dio di una delle Sue più vigorose risposte all’avversario Satana. Secondo loro, Giobbe è un personaggio irreale, creato dalla mente di un immaginoso novelliere.
Salmi
Il libro di Salmi è una raccolta di poesie sacre di genere lirico, composte originariamente per essere cantate con accompagnamento di strumenti musicali a corda o di altra specie. La traduzione greca dei Settanta chiama questo libro Psalmoi, nome che indica cantici con accompagnamento musicale.
Proverbi
Il titolo di questo libro è preso dalla sua parola iniziale nell’originale ebraico, Mishelèy, che significa “proverbi”. Ma la parola ebraica tradotta “proverbi” ha un significato più vasto: essa significa “similitudine”, cioè, “paragone, parabola, indovinello”.
Ecclesiaste
“Ecclesiaste” è il titolo del libro, così come è stato tramandato dalla versione greca dei Settanta, e significa “predicatore”.
Cantico dei Cantici
Il titolo italiano è un’abbreviazione del primo versetto del libro: “Il Cantico de’ cantici di Salomone”.
Isaia
Isaia è il primo dei tre che sono comunemente chiamati “profeti maggiori”; cioè, primo per ordine di tempo e di disposizione nel cànone biblico.
Geremia
"AHIMÈ, Signore, [Geova], io non so parlare, poiché non sono che un fanciullo". Queste furono le commosse parole pronunciate dalle labbra del giovane Geremia di Anatot quando, nell’anno 647 a.C., Geova gli disse che fin dalla nascita era stato ordinato profeta per le nazioni. Ma le parole non erano una scusa per nascondere una pigra mancanza di zelo verso Geova Dio.
Lamentazioni di Geremia
Questo libro non fa il nome del proprio scrittore. La prima diretta evidenza del suo scrittore si trova nel versetto introduttivo della più antica traduzione esistente, la Versione dei Settanta, dove leggiamo: "E dopo che Israele fu condotto in schiavitù e che Gerusalemme rimase deserta, Geremia profeta sedette sconsolato, e pianse Gerusalemme in queste lamentazioni, e col cuore amareggiato sospirando e gemendo disse".