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Primo Re
Originariamente, nel cànone ebraico, Primo e Secondo Re formavano un solo libro, chiamato “Il Libro dei Re”. La sua divisione attuale fu fatta dai traduttori della Versione dei Settanta, e i due libri così formati furono chiamati il terzo e il quarto libro dei regni (il primo e il secondo sono quelli che la Versione Riveduta definisce Primo e Secondo Samuele). Poiché Primo e Secondo Re furono ori-ginariamente scritti come un solo libro, ciò che ora si dirà circa la fonte del materiale, la composizione e il probabile scrittore si riferisce a entrambi, Primo e Secondo Re, come si trovano ora nelle Bibbie odierne.
Questi due libri dei Re riprendono il filo della narrazione storica là dove è lasciata da Secondo Samuele, e la svolgono in modo interessante, parlando dei 431 anni che vanno dall’accessione di Salomone alla fine del dominio d’Israele, al tempo della caduta di Sedechia. Quattro supplementari versetti finali ci conducono per ventisei anni nel periodo della cattività babilonese, e poi sino alla fine dei giorni di Joiakin. Il racconto non fu scritto da una catena di scrittori vissuti durante questi anni e ognuno aggiungendo la propria narrazione perché fosse tenuto al corrente nel corso del tempo; ma si ritiene generalmente che esso sia una composizione fatta su racconti più antichi. Tre fonti sono specificamente menzionate: “il libro delle gesta di Salomone”, “il libro delle Cronache dei re d’Israele” e “il libro delle Cronache dei re di Giuda”. (1 Re 11:41; 14:19, 29).
Queste “cronache” o annali non dovrebbero essere confusi con i libri canonici della Bibbia scritti dopo la cattività e chiamati Primo e Secondo Cronache. Gli atti ai quali si riferiva il compilatore dei libri dei Re erano senza dubbio cronache ufficiali riportate da contemporanei degli avvenimenti descritti. Una registrazione era stata effettuata per il regno settentrionale di dieci tribù e conosciuta come le cronache d’Israele, mentre un’altra era stata compilata per le due tribù di Giuda e di Beniamino. Né esiste oggi alcun brano originale o copia di questi antichi annali. I fatti essenziali sono preservati nei libri ispirati della Bibbia di Re e Cronache. Nei due libri dei Re si trovano diciotto riferi-menti al “libro delle Cronache dei re d’Israele” e quattordici riferimenti al “libro delle Cronache dei re di Giuda”.
Inoltre si ritiene generalmente che la composizione di Re sia stata opera di una sola persona; ma quanto all’individuazione di essa non c’è comune consenso. I due più frequentemente indicati sono Geremia ed Esdra. Le medesime ragioni (che saranno esposte in una prossima lezione) che designano Esdra quale compositore di Primo e Secondo Cronache tendono anche ad eliminarlo come compositore di Re. Inoltre, non è probabile che un medesimo uomo abbia scritto due racconti storici separati inerenti allo stesso periodo di tempo e riguardanti la stessa nazione e gli stessi re. Il compositore non può essere designato con certezza, ma i seguenti argomenti additano Geremia.
L’opera è attribuita a Geremia dall’antica tradizione. Il Talmud si riferisce a Geremia come scrittore, e l’opinione comune degli Ebrei lo sostiene. Lo stile e il linguaggio di Re assomigliano a quelli degli scritti riconosciuti di Geremia. In tali scritti riconosciuti e in Re si trovano parole e forme di espressione che non sono in nessun altro luogo della Bibbia. È vero che in Re si trovano forme caldaiche, ma sono poche. Questo fatto ha indotto molti a sostenere che il compositore sia stato deportato a Babilonia, cosa che non accadde a Geremia. Se le forme caldaiche fossero frequenti, come in Cronache, questo argomento sarebbe valido; ma le loro scarse ricorrenze in Re possono facilmente attribuirsi alla vicinanza della Siria, dell’Assiria e della Babilonia, e ai frequenti rapporti con loro mediante il commercio o le invasioni militari. Gli scritti riconosciuti di Geremia contengono forme aramaiche. Alcune parti di Re e di Geremia sono quasi identiche. (2 Re 24:18-25:30; Ger. 39:1-10; 40:7-41:10; 52:1-34) Geremia potrebbe facilmente essere sopravvissuto fino agli avvenimenti narrati negli ultimi quattro versetti della storia dei Re e averli aggiunti al racconto, oppure questi potrebbero essere stati aggiunti più tardi da altra mano.
È plausibile che la composizione sia stata opera di un profeta, perché il racconto si riferisce di continuo ai profeti, al loro servizio e alle loro relazioni coi re nel corso degli anni. Essi sono citati per nome e sono narrate le loro parole e i loro atti. È notata la loro influenza sui re regnanti. E ancora, non è forse molto strano che il nome del profeta Geremia di Anatoth non venga menzionato neppure una volta nei libri dei Re? Egli fu uno dei più attivi, fu implicato in accese lotte politiche del tempo e visse e profetizzò durante il regno degli ultimi cinque re di Giuda e fino al critico culmine della storia d’Israele come teocrazia tipica. Non può trattarsi di trascuratezza del compositore; la sola spiegazione logica sembra essere che il compositore sia stato lo stesso Geremia.
“Il Primo libro dei Re” comincia con un racconto dell’attentato di uno dei figli di Davide, Adonija, per usurpare il trono. I suoi empi disegni sono frustrati dalla pronta azione del vecchio re Davide; Salomone è unto quale re. (1:1-53) I seguenti dieci capitoli descrivono il glorioso regno di Salomone. Mostrano la sua richiesta di sapienza divina, la pace e l’abbondanza del suo regno, i molti campi nei quali si esplicano la sua conoscenza e le sue opere, la costruzione dell’incomparabile tempio del Signore a Gerusalemme, la sua dedicazione di quel tempio e la gloria del Signore che allora riempie l’edificio, le sue altre attività costruttive e la parte avuta dal re Hiram in tutta quest’opera di costruzione, le sue attività commerciali e le accresciute ricchezze del suo regno, la notevole visita della regina di Sceba in conseguenza della fama crescente di Salomone e, infine, la caduta di lui nella religione demonica a causa delle molte mogli pagane. Dopo un regno di quarant’anni Salomone muore privo del favore di Geova.
Da ora in poi Israele diviene una nazione divisa. Quando Roboamo, figlio di Salomone, ascende al trono, scoppia una rivolta. Dieci tribù si separano dietro Geroboamo, che regna su loro da Sichem sul Monte Efraim; due tribù, Giuda e Beniamino, insieme ai Leviti, restano con Roboamo e il suo governo di Gerusalemme. Da questo punto il racconto di Primo Re va avanti e indietro tra i re d’Israele (il regno di dieci tribù) e i re di Giuda, riportando in parallelo i duplici annali storici della nazione divisa. Il successo o il fallimento del governo di ciascun re dipendeva da un unico punto: aveva egli fatto ciò che era male dinanzi al Signore, o ciò che era bene dinanzi al Signore? Quasi tutti vennero meno riguardo a questa questione vitale.
Nel racconto di Primo Re si avvicendano quattro re di Giuda: Roboamo, Abija, Asa e Giosafat. Alla fine del racconto regna Jehoram, figlio di Giosafat. Dei cinque, solo Asa e Giosafat agiscono bene al cospetto di Geova. Di tanto in tanto nella linea di successione compaiono re fedeli, che cercano di arginare la crescente marea di religione demonica che inonda inesorabilmente la nazione, a sua rovina. Inoltre, Geova Dio suscitò molti profeti per pronunciare vigorosi avvertimenti ai recidivi Israele e Giuda. Questo è particolarmente notevole in Primo Re nel caso del regno di dieci tribù. Nove diversi uomini occupano il trono d’Israele in questo turbolento periodo: Geroboamo, Nadab, Baasa, Ela, Zimri, Tibni ed Omri insieme, Omri solo, Achab e Achazia. Tutti e nove questi re fecero il male al cospetto del Signore, senza eccezione.
Essi erano vittime della religione demonica. Geroboamo ricevette da Dio l’assicurazione che se avesse evitato l’invadente peccato di idolatria il suo regno sarebbe stato reso sicuro; ma egli non ebbe fede. Gareggiò con Dio nel campo dell’adorazione, erigendo vitelli d’oro a Bethel e a Dan e impedendo al popolo di andare a Gerusalemme per adorarvi Geova. (11:26-38; 12:26-33) Israele ebbe un cattivo inizio e non potè più riprendersi. Il settimo re, Omri, costruì la città di Samaria e trasferì la capitale da Sichem a Samaria, perciò essa divenne il simbolo del regno di dieci tribù d’Israele e si elevò come una rivale di Gerusalemme. Achab, figlio di Omri, superò tutti i precedenti re per mal-vagità. Egli sposa la pagana Izebel e stabilisce l’adorazione di Baal in Israele; Elia predice tre anni e mezzo di siccità; Elia sfida i 450 sacerdoti di Baal; essi non riescono a ricevere risposta da Baal, mentre Geova miracolosamente consuma il sacrificio di Elia e il popolo riconosce Geova come Dio uccidendo i 450 profeti di Baal; Elia fugge dalle minacce di Izebel rifugiandosi sul Monte Horeb ed è rinviato da Geova per ungere Eliseo onde prenda il mantello di Elia; i Siri assediano Samaria e subiscono una sconfitta; Izebel dirige l’assassinio di Naboth onde Achab ne ottenga la vigna, per cui Elia pronuncia il giudizio di Geova sulla casa di Achab e Izebel. (17:1-21:29) L’ultimo capitolo di Primo Re racconta come il re Achab muore in una campagna condotta insieme a Giosafat contro Ramoth di Galaad e come Achazia, figlio di Achab, si asside sul trono d’Israele e Jehoram, figlio di Giosafat, si asside sul trono di Giuda. Sono stati così narrati circa 125 anni di storia ebraica.