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Ruth
Generalmente si ritiene che il libro di Ruth non sia altro che una pura narrazione di vita campestre o pastorale, che ha in principio una notevole parte malinconica, divenendo poi una bella storia d’amore. Esso non è un semplice idillio. Il proposito di Geova nella composizione della Bibbia non è quello di divertire, ma d’istruire, e specialmente d’istruire in questi “ultimi giorni”. Gli avvenimenti drammatici del libro di Ruth sono pieni di significato profetico. “Ruth” vuol dire “amica, amicizia; aspetto, bellezza”.
Non si conosce con esattezza lo scrittore del libro né la data in cui fu scritto. La comune opinione lo attribuisce a Samuele, malgrado molti sostengano che fosse scritto in tempo a lui posteriore. La frase iniziale, “al tempo dei giudici”, indica che il tempo dei re d’Israele era cominciato quando fu scritto il libro. Poiché Samuele ne è il probabile autore, e poiché egli morì prima dell’ascesa di Davide al trono, la composizione fu forse terminata durante il regno di Saul. La linea genealogica di Davide, riportata negli ultimi versetti, indica con maggior precisione il tempo in cui fu scritto il libro e fa anche pensare che egli avesse già una posizione preminente, essendo stato precedentemente unto da Samuele. Inoltre, le prime parole, “al tempo dei giudici”, attribuiscono gli avvenimenti del dramma al periodo dei giudici. Mentre il racconto non lo dice, le prove indirette indicano che essi ebbero luogo durante il regno di Eglon, re di Moab, e in seguito. Il racconto di Ruth comprende un periodo di tempo di almeno undici anni. (1:2-4; 4:13).
Il racconto mette in notevole risalto la legge del matrimonio per levirato, facendo una rara e particolare illustrazione della sua applicazione. (Deut. 25:5-10) Inoltre, il suo significato in questo caso è accresciuto dal fatto che essa era un mezzo per preservare ininterrotta la discendenza reale di Giuda che portò a Davide, e infine al più grande Davide, Cristo Gesù. Considerate gli avvenimenti che adempiono questo proposito.
Il primo capitolo narra che una carestia dilaga in tutto il paese di Giuda, e una famiglia fugge dalle sue stragi. Elimelec e la moglie Naomi, coi loro due figli Mahlon e Kilion, cercano rifugio in Moab. Il marito muore in questo Paese e i due figli si sposano con due Moabite. Dopo circa dieci anni di soggiorno Mahlon e Kilion muoiono, senza figli. Questo lascia tre donne, e nessuna progenie a Elimelec. Solo il matrimonio per levirato avrebbe potuto provvedere una progenie, e solo in Israele erano parenti prossimi qualificati per adempiere quella legge. Le tre donne intraprendono un viaggio verso l’occidente, verso il paese di Giuda. Due volte Naomi avverte le giovani moabite della scarsa possibilità per loro di marito e casa in un paese straniero, e le invita a riflettere sulle difficoltà. Questo esse fanno e al secondo avvertimento una torna indietro. L’altra, Ruth, fa una commovente supplica con la quale esprime ferma determinatezza, dicendo: “Dove andrai tu, andrò anch’io; e dove starai tu, io pure starò: il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morrai tu morrò anch’io, e quivi sarò sepolta. L’Eterno mi tratti col massimo rigore, se altra cosa che la morte mi sepa-rerà da te!” (Versetti 16, 17) L’anziana Naomi e la sua nuora Ruth continuarono il loro viaggio fino a Betlemme, dove arrivarono al principio del raccolto dell’orzo.
Il secondo capitolo avvicina di più la soluzione dell’argomento, individuando il prossimo parente col quale si spera di provvedere una progenie ad Elimelec. L’operosità di Ruth e il rispetto di Boaz per il diritto dello straniero di spigolare ne forniscono l’occasione; ma senza anobio Geova dirigeva gli avvenimenti. Il suo primo giorno di lavoro Ruth si mette a spigolare dietro i mietitori di Boaz, un an-ziano Giudeo. Le informazioni di Boaz avute sulla Moabita gli fanno conoscere la lealtà di Ruth verso Naomi e la sua prontezza di lasciare la casa e il paese nativo per abitare fra il popolo di Geova. Egli le si mostra amico, le dice di non spigolare in altro campo fuori del suo, le provvede i pasti di mezzogiorno, e ordina che le venga usato speciale favore nella raccolta delle spighe. Quando Ruth racconta alla suocera la sua benedetta sorte nel campo di Boaz, Naomi vi riconosce la mano del Signore. Sulle istruzioni di Naomi, Ruth continua a spigolare nel campo di Boaz durante il raccolto dell’orzo e del grano.
Nel terzo capitolo il racconto raggiunge il suo punto culminante, preparando la base per una soluzione conforme alla legge del levirato. Naomi dice: “Figliuola mia, io vorrei assicurare il tuo riposo perché tu fossi felice”. Ella raccomandò quindi che Ruth andasse nell’aia di Boaz di notte e giacesse ai suoi piedi. Ma ella non suggeriva una condotta impura. Naomi era troppo vecchia per partecipare a un matrimonio per levirato; perciò Ruth doveva agire in sua vece. Dunque fu appropriato che trovasse il “riposo” o lo stato di matrimonio per Ruth. L’atto di giacere al piedi di Boaz non costituiva da parte di Ruth una proposta di rapporti impuri, bensì un invito a Boaz perché stendesse “il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai i1 diritto di riscatto”. (Vers. 9) Questo in Israele era un modo simbolico di prendere una donna per moglie. La condotta suggerita da Naomi era un invito a Boaz di adempiere la parte del parente nel matrimonio per levirato. Infine egli così lo comprese, ma si frapponeva un ostacolo: c’era un parente più prossimo di Boaz.
Il quarto capitolo del libro mostra la soluzione di questa difficoltà e narra la conclusione della questione. Una corte alla buona fu convocata presso la porta della città; il parente più prossimo fu chiamato da Boaz e informato dei fatti e della sua responsabilità. Avrebbe riscattato egli? La risposta fu sì quando credette di poter così accrescere la propria ricchezza, ma fu presto mutata in no quando seppe che per mezzo di Ruth avrebbe dovuto generare una progenie ad Elimelec, la quale progenie avrebbe ereditato le riscattate terre di Elimelec. Questo rifiuto lasciò a Boaz la possibilità di riscattare. Alle persone radunate alla porta egli disse: “Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato dalle mani di Naomi tutto quello che apparteneva a Elimelec, a Kilion ed a Mahlon, e che ho pure acquistato Ruth, la Moabita, moglie di Mahlon, perché sia mia moglie, affin di far rivivere il nome del defunto nella sua eredità, onde il nome del defunto non si estingua tra i suoi fratelli e alla porta della sua città”. (Versetti 9, 10) In seguito, da Ruth fu generato un figlio a Boaz, chiamato Obed, che a suo tempo divenne il nonno di Davide. La legge del levirato fu osservata, fu evitata un’interruzione della linea reale, e un significativo dramma profetico fu portato a termine.
Gli ultimi versetti espongono la genealogia da Perets a Davide. Tra Obed e Isai non è menzionato alcuno. È dovuto questo alla poca importanza degli anelli d’unione, oppure ognuno di essi da Nahshon a Isai raggiunse una vecchissima età, e nella sua estrema vecchiaia generò un figlio? Quest’ultima conclusione sembra la più corretta, e mette in risalto gli sforzi di Satana d’interrompere la linea reale che conduceva a Davide e a Gesù, in opposizione alla vigilanza di Geova affinché non fosse in-terrotta.
L’autenticità canonica del libro di Ruth è sufficientemente confermata dal fatto che Ruth, la Moabita, è menzionata in Matteo 1:5 come un’antenata di Gesù, ma l’adempimento del dramma profetico in questi “ultimi giorni” ne dimostra inconfutabilmente la divina ispirazione. I fatti cor-rispondono al dramma e confermano la veracità del racconto.