IL MONDO GIUSTO SENZA I DIECI COMANDAMENTI

Potete immaginare un nuovo mondo senza i Dieci Comandamenti? Solo il pensiero su questa cosa terrorizzerebbe molte persone religiose. Essi considerano che se questa cosa dovesse accadere, la moralità andrebbe in frantumi. Ma forse vi chiedete: “Potrebbe esserci un mondo giusto senza i Dieci Comandamenti? Confrontandolo con “questo mondo malvagio presente” sarebbe un mondo migliore?”

Indubbiamente, il mondo presente non rispetta i Dieci Comandamenti. In effetti, il mondo non è mai stato, in generale, sotto i Dieci Comandamenti. Questa cosa è registrata nei Salmi 147:19, 20: “Egli (Dio) rivela... a Israele, le leggi e i Suoi comandamenti. Egli non ha operato così con tutte le nazioni ed esse non conoscono i Suoi comandamenti.”

Il semplice fatto che il Decalogo, così come sono chiamati i Dieci Comandamenti, non è stato dato a tutta l’umanità non rappresenta il motivo della malvagità degli uomini. La presenza e la conoscenza del Decalogo non impedisce al mondo di commettere peccati. Ricordatevi che i Dieci Comandamenti sono stati una parte del codice della legge che Dio diede agli ebrei tramite Mosè. Il semplice ascolto a questi comandamenti non trasformò automaticamente gli ebrei in una nazione giusta. Per diventare una nazione giusta, gli ebrei dovevano adempiere una condizione molto importante, quella di adempiere i comandamenti contenuti nella legge: “Poiché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che obbediscono alla legge  saranno giustificati.” - Romani 2:13.

Novecento anni dopo aver ricevuto quel codice di leggi, Geova Dio disse tramite il Suo profeta Ezechiele: “Li ho fatti uscire dal paese d’Egitto, e li ho condotti nel deserto. Ho dato a loro le Mie leggi, e ho mostrato a loro i Miei comandamenti, che se un uomo li adempie, [quindi, deve non solo ascoltare, ma anche adempiere] vivrà di esso.” (Ezechiele 20:10-12, ASV).

Dio avvertì gli israeliti che li avrebbe consegnati nelle mani dei loro nemici pagani se non avessero rispettato il patto della legge. Ma loro non ci hanno fatto caso. Invece di obbedire alle giuste leggi di Dio, incluso i Dieci Comandamenti, essi si ribellarono contro Geova e contro le Sue giuste leggi, e imitarono le usanze dei popoli pagani che erano intorno a loro.

“Pertanto”, dice il Geova Dio, “diedi loro perfino delle leggi non buone e dei giudizi per i quali non potevano vivere.  Li contaminai con i loro doni, perché facevano passare per il fuoco tutti i loro primogeniti, per ridurli alla desolazione, affinché conoscessero che io sono Geova.” (Ezechiele 20:25, 26, AS). Questo non significa che Dio abbia dato loro una legge che non era buona. Tutte le leggi di Dio sono buone. Allora che cosa intende dire Geova con le parole “ho dato loro leggi che non erano buone e giudizi mediante i quali non potevano vivere?” Dio si riferiva al fatto che, dopo che gli ebrei hanno deviato dalla Sua giusta legge (non solo dai Dieci Comandamenti), li lasciò andare secondo la volontà del loro cuore. Geova permise loro di adottare il giudizio, cioè il modo di pensare dei pagani, e le loro leggi che non erano buone e le quali mediante la loro ubbidienza non potevano guadagnarsi la vita. Salmi 81:11, 12 afferma riguardo a questo: “Il Mio popolo non ha ascoltato la Mia voce; Israele non mi ha ubbidito. Poi li ho lasciati alla concupiscenza dei loro cuori; e camminavano secondo il loro consiglio.” E l’apostolo Paolo scrive: “Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori... Dio li ha lasciati preda di passioni disgustose... E poiché non gli è piaciuto mantenere Dio nella loro conoscenza, Dio li ha lasciati nella volontà delle loro menti maledette, di fare cose non consentite.” (Romani 1:24-28).

Il solo Decalogo non può produrre un mondo giusto, nonostante la sua rettitudine. Pertanto, i Dieci Comandamenti non hanno trasformato gli ebrei in una nazione giusta, né hanno convertito il mondo.

Il fatto che il nuovo mondo promesso da Dio sarà un mondo giusto senza “la restaurazione dei Dieci Comandamenti” è dimostrato dagli scritti ispirati dei fedeli seguaci di Cristo. La Bibbia lo mostra chiaramente che l’antico patto della legge, concluso da Dio con gli ebrei (incluso il Decalogo), fu definitivamente annullato con la morte di Gesù Cristo. (Vedi Efesini 2:11-18 e Colossesi 2:13-17).

Pertanto, i seguaci di Cristo non sono sotto le ordinanze e ai comandamenti dell’antica legge del patto. Tuttavia, essi non seguono la via del peccato. Essi devono rimanere giusti davanti a Dio, ma non per rispetto dei comandamenti dell’antico patto della legge. Allora come possono rimanere giusti? L’apostolo Paolo risponde: “Poiché sappiamo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge, ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù, per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché nessuno sarà giustificato dalle opere della legge.” - Galati 2:16. “E che nessun uomo mediante la legge è  giustificato davanti a Dio è evidente: perché, il giusto vivrà per fede. E la legge non si basa sulla fede, ma ella dice: L’uomo che fa queste cose vivrà di esse. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi; poiché come sta scritto: “Maledetto chiunque è appeso al legno.” (Galati 3:11-13, AS).

Perché il patto di legge non ha avuto un giusto risultato di giustizia in Israele, non significa che la legge non fosse buona. Piuttosto, la legge rese gli ebrei consapevoli riguardo al peccato. Se analizziamo gli ultimi cinque comandamenti del Decalogo, osserviamo che questi sono formulati in un modo negativo. Cosa denota questo? Che esse si rivolgessero a un popolo incline al peccato, cioè incline alle cose non corrette proibite da quei comandamenti. Pertanto, le persone che cercano di determinare i cristiani a rispettare i Dieci Comandamenti, cercano di essere maestri della legge senza comprendere il rapporto dei cristiani con la giustizia. Questo aspetto lo mette in evidenza Paolo, quando dice: “Essi vogliono essere insegnanti della legge e non sanno nemmeno cosa stanno dicendo o seguendo. Perché sappiamo che la Legge non è fatta per il giusto; ma per coloro senza legge  e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per coloro senza pietà, l’impuro, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per venditori umani, per i bugiardi, per quelli che giurano storto e per tutto ciò che è contro il sano insegnamento, secondo il Vangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato.” (1 Timoteo 1:7-11). Pertanto, queste leggi negative sono destinate a persone ingiuste, come quelli sopra. Esse non furono mai indirizzate ai cristiani, né si applicavano a loro.

Tuttavia, non si può dire che i Dieci Comandamenti non fossero buoni e utili per i loro giorni. Lo scopo per cui Dio diede la legge al popolo d’Israele era quello di guidare i passi degli israeliti sulla via della verità finché non fosse venuto il Seme promesso, attraverso il quale avrebbero ricevuto le benedizioni. In assenza di questa cura da parte di Dio, gli ebrei si sarebbero allontanati da Geova e avrebbero perso il privilegio di stabilire il ramo genealogico attraverso il quale sarebbe venuto il Seme. (Galati 3:18, 19).

Alcune persone sincere potrebbero chiedersi: Come possono i cristiani astenersi da pratiche scorrette senza i comandamenti restrittivi del Decalogo? Non sono essi tentati di cedere alla preda del peccato e alla malvagità?

L’apostolo Paolo risponde a queste domande così: “Inoltre, la legge è entrata [per mezzo di Mosè], perché l’errore si moltiplichi. Ma dove si è moltiplicato il peccato, la grazia si è moltiplicata ancora di più; affinché, come il peccato regnò verso la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia per vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Che diremo dunque? Continuiamo nel peccato, affinché la grazia si moltiplichi? No di certo. Come vivremmo ancora noi, che siamo morti al peccato, nel peccato? Perciò non lasciate che il peccato regni nel vostro corpo mortale, per obbedire alle sue concupiscenze. Poiché il peccato non avrà dominio su di voi; perché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia. Cosa segue da qui? Peccheremo perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? No di certo. Non sapete che, se vi offrite a qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui a cui obbedite, o del peccato che conduce alla morte o dell’obbedienza che conduce alla giustizia? Ma sia ringraziato Dio, che, dopo che eravate schiavi del peccato, avete obbedito adesso di cuore alla rettitudine dell’insegnamento che avete ricevuto. E per il fatto stesso che siete stati liberati dal peccato, siete diventati schiavi della giustizia.” - Romani 5:20, 21;  6:1,  2, 12, 14-18.

Essendo liberati dal giogo del patto della legge e resi liberi in Cristo, i Suoi seguaci agiscono secondo la “legge della libertà” e mostrano il loro amore per Geova con tutta la loro mente, cuore, anima e potenza. Questa cosa essi la manifestano mediante la rettitudine e la dedizione al Suo servizio.

“La Legge della libertà” non significa un’autorizzazione per commettere l’ingiustizia: “Voi, che volete essere considerati giusti tramite la Legge, vi  siete separati da Cristo, e siete caduti dalla grazia. Infatti, in Cristo Gesù, né la circoncisione né l’incirconcisione non ha valore, ma la fede che opera per mezzo dell’amore. Perché, fratelli, voi siete stati chiamati alla libertà; soltanto non usate la libertà come un’opportunità per vivere per la natura terrena, ma servite gli uni agli altri nell’amore. Poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: “Ama il tuo prossimo come te stesso.” Camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne... ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge. E le opere della carne sono queste: fornicazione, adulterio, impurità, dissolutezza, idolatria... invidie, omicidi, ubriachezze, e altre simili cose come queste... chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio. Invece il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, bontà, fare del bene, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge.” (Galati 5:4, 6, 13-23).

Lo Spirito di Dio nel Suo popolo consacrato è sufficientemente potente da produrre questi frutti di giustizia senza i Dieci Comandamenti. - Romani 13:8-10. Quindi, giustamente si può dire che un mondo composto da tali creature fedeli che producono i frutti dello spirito, è un mondo giusto senza i Dieci Comandamenti.

Utilizziamo i cookie per offrirvi una migliore esperienza online e per migliorare questo sito. Continuando a utilizzare questo sito, acconsentite all'uso dei cookie.
Per saperne di più sui cookie, consultare la sezione Politica dei cookie, compresa la possibilità di ritirare l'accordo.