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Cosa accadrebbe se non ci fossero più delle chiese?
Negli ultimi anni, si è dimostrato che i dati statistici delle chiese sono stati “gonfiati”. Le persone vengono tenute negli elenchi delle chiese per due o anche più anni dopo che hanno smesso di andare in chiesa. Allora quando si spostano da un luogo all’altro vengono iscritti nei nuovi elenchi, ma non vengono cancellati dai vecchi elenchi. Anche i bambini sono iscritti negli elenchi. Tuttavia, la realtà ci mostra che ci sono molte chiese abbandonate; e in alcuni luoghi le porte delle chiese vengono aperte solo occasionalmente per i servizi.
In queste circostanze, ci sembra ovvio chiedersi: cosa accadrebbe se non esistessero affatto le chiese? La risposta generale sarebbe che questo diventerebbe il giorno più buio della storia dell’umanità un giorno di abbandono al crimine è ad ogni sorta di male; ma questa cosa non è vera. Per prima cosa, la vera chiesa a cui si riferisce la Bibbia non è un edificio. È un adunanza di persone. L’edificio in cui queste persone si riuniscono (chiamato chiesa) non ha nulla a che fare con il modo in cui le persone si associano a Dio. “L’Altissimo non abita in edifici (o “case”) fatti dalla mano dell’uomo”. È registrato nella Bibbia in Atti 7:48. Le parole del martire Stefano sono sostenute da quelle dell’apostolo Paolo espresse allora quando si trovava ad Atene: “Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose in esso, colui che è il Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mano d’uomo”.
Quando disse a Pietro: “Edificherò la mia chiesa su questa roccia”, Gesù non si riferiva a nessun edificio. (Matteo 16:18). Egli si riferiva strettamente alle persone. Gesù indicò il fatto che tutti i membri della congregazione, cioè della Sua chiesa, avrebbero creduto che Egli è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Gesù non ha detto che i suoi seguaci dovrebbero credere che Egli è stesso Padre celeste. Né ha suggerito, così come alcuni hanno capito in modo sbagliato, che Pietro costituisce la base o il fondamento della chiesa di Cristo. Pietro lo aveva capito quando dichiarò: “Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, ma che Dio ha risuscitato dai morti. Egli è “la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare”. - Atti 4:10, 11; 1 Pietro 2:4.
Quando Gesù disse, in determinate circostanze, che qualcuno poteva dire alla chiesa degli errori di altrui, era chiaro che non si riferiva a sussurrare queste cose a una catasta di legna, pietre o mattoni, ma a un raduno di cristiani.
Parlando di queste questioni relative alla chiesa, alcuni hanno trascurato il fatto che Gesù non era un sacerdote nominato; che non ha mai costruito una chiesa, né ha chiesto a nessuno di farlo; che non predicò mai dal pulpito; che non suonava mai una campana della chiesa e non chiedeva che suonassero le campane perché la gente venisse ad ascoltarlo; che non ha mai indossato paramenti sacerdotali, né chiese a nessuno di farlo; che non ha mai attribuito il titolo di padre, reverendo, beatissimo, sua santità o santissimo, dottore in divinità, vescovo, arcivescovo, ecc., e non ha chiesto a nessuno di farlo; che non ha mai spruzzato acqua santa a nessuno, né ha chiesto a nessun altro di farlo; che non ha mai venduto candele sante o altri oggetti sacri, né chiese a nessuno di farlo; che non offrì mai indulgenze, né chiese ad altri di farlo; che non ha mai usato in riferimento a se stesso o ha quelli che lo seguirono i titoli di Cattolico-Romano, Greco-cattolico, Anglicano, Presbiteriano, Metodista, battista, ortodosso, o qualche altro degli oltre 163 nomi ora usati dai cristiani.
L’apostolo Paolo, nella sua lettera ai cristiani di Roma, scriveva: “Mandate i miei saluti a Priscilla e Aquila, mie collaboratrici in Cristo Gesù, che hanno messo la testa in pericolo per la mia anima e alle quali ringrazio non solo ma anche tutte le chiese delle nazioni. Salutate la chiesa in casa loro”. - Romani 16:3-5. Questa citazione ci porta alla radice del problema: lì, a Roma, c’era una chiesa, un raduno del popolo di Dio, che si riuniva in una casa privata, cosa perfettamente legittima e degna di lode per qualsiasi raduno di cristiani.
Alcuni credono che nel cielo ci sia un lungo viale pieno di chiese e nient’altro, se magari delle belle case per chi mette la propria vita al servizio delle cosiddette “opere della chiesa”. Facciamoci un’idea giusta. Non è la volontà di Dio, né il Suo scopo, trasformare questa terra in un luogo dove tutti vivranno in chiese, monasteri ed eremi. Ciò che Dio vuole non sono le chiese, ma i cuori delle persone. Il Padre celeste sta cercando cuori da adorare in spirito e verità (Giovanni 4,23). “Metterò nelle loro parti interiori la mia legge e la scriverò nei loro cuori. Sarò il loro Dio e loro saranno il mio popolo. Non insegneranno a ciascuno il suo prossimo e ciascuno al suo fratello, dicendo: “Conosci il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro, dice il Signore. Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò del loro peccato”. (Geremia 31:33, 34).
A che serviranno allora tutte le cattedrali e le chiese nel Regno di Dio? E cosa costruiranno allora le persone, se non le chiese?
Ascoltate la parola del Signore: “Edificheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno i frutti. Non li costruiranno più perché qualcun altro li abiti, non li pianteranno perché qualcun altro ne mangi il frutto. Poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi e i miei eletti gioiranno dell’opera delle loro mani. Non lavoreranno invano, né avranno figli per vederli perire, perché saranno una discendenza benedetta dal Signore e i loro figli saranno con loro. Prima che m’invochino, io risponderò; prima che finisca di parlare, lo ascolterò”. (Isaia 65:21-24).
Ci sono molte comunità nel cosiddetto mondo cristiano di oggi che hanno avuto l’opportunità di vedere cosa succede quando le chiese cessano di essere utilizzate. Le statistiche mostrano che in tutti i paesi del “cristianesimo” ci sono molti edifici abbandonati. Non sappiamo se siano state fatte ricerche per valutare la condizione morale delle persone in luoghi dove le persone non hanno accesso a una chiesa. Ma se analizziamo la situazione, possiamo osservare che i luoghi dove si commettono la maggior parte dei crimini e dell’immoralità sono le metropoli, dove ci sono tutti i tipi di chiese. Quando andiamo in zona rurale, dove il declino delle chiese è evidente, troviamo la spina dorsale dei cittadini di questa nazione. L’onestà e la moralità delle zone rurali è alta. Gli agricoltori, per la maggior parte, anche se non possono andare in chiesa, e anche se mungono le mucche la domenica mattina, onorano il nome di Dio e sono ansiosi di ascoltare chiunque arrivi con un messaggio che li aiuti a capire meglio il Creatore. Alcuni sostengono che proprio le città con il maggior numero di chiese abbiano i cittadini più malvagi e infedeli.
Un cittadino morale vuole conoscere il più possibile Dio, ascoltarlo il più possibile e, soprattutto, di vedere onorato il Suo nome. Ciò significa che tale persona avrà un orecchio desideroso di ascoltare e un cuore desideroso di conoscere le cose che Dio rivela.
La maggior parte dei rifiuti della Parola di Dio si trovano nelle comunità in cui si trovano la maggior parte delle chiese.
Essere membro di una delle chiese non è garanzia di santità. Nei secoli precedenti i pagani selvaggi venivano iscritti con forza nelle chiese, ma questo non sembrava domarli in alcun modo. Ci sono resoconti che avrebbero bevuto grandi quantità di vino dai teschi dei loro nemici.
La stessa cosa accade oggigiorno. Supponiamo che sia stata approvata una legge per la quale dovremmo diventare tutti membri di una certa chiesa, perché altrimenti verremmo uccisi. Saremo più diversi quando diventeremo membri di quella chiesa obbedendo alla legge? In effetti, saremmo più cattivi proprio per questo. Prima che la legge fosse approvata e applicata, avremmo potuto dire: “Non conosco il Signore; non so cosa mi chiede. Non dirò che sono dalla sua parte quando non so niente di lui. Non conosco nessun motivo per cui le cose nel mondo sono così come sono”. Ma approvare una tale legge renderebbe la maggior parte di noi ipocriti una cosa molto spiacevole per Dio. Ci sono alcuni che dicono che la pressione sociale aveva lo scopo di far entrare le persone nella chiesa, e questo ha portato alla “integrazione nella chiesa” di molte persone che, lasciate a se stesse, non avrebbero dedicato il loro cuore a Dio. Ma questo ragionamento è totalmente sbagliato.
Dio non vuole le persone con la forza. Esiste una vera adorazione a Dio, in cui gli adoratori devono desiderare di servire il Creatore. Geova non vuole costringere le persone ad essere salvate. La Sua adorazione è un’adorazione diversa da quella praticata nelle chiese. Dio non incoraggia coloro che vogliono servirlo a incontrarsi in una chiesa, dove una persona vestita diversamente pregherà per loro. Anzi! Il Figlio di Dio disse: “Quando pregate, non siate come gli ipocriti, perché a loro piace pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle strade, per essere visti dagli uomini. Vi dico la verità, hanno già ricevuto la loro ricompensa. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, prega il Padre tuo, che è nel segreto. Allora il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. Matteo 6:5, 6.
Analizziamo un attimo queste parole. Qui ci viene detto che ognuno deve pregare individualmente, non di affidare la sua preghiera ad un altro. Viene specificato anche il motivo. Gesù non vuole che i suoi servi siano ipocriti, che facciano le cose in pubblico perché gli altri vedano la loro pietà. Le sinagoghe dei giorni di Gesù corrispondono alle chiese di oggi. Chi sono quelli che ora presentano preghiere nelle chiese, in pubblico, stando in piedi? La domanda riceve la risposta da sé. Gesù rimproverò coloro che pregavano in pubblico per essere visti dalla gente. Chi sono, oggi, coloro che sono chiamati a benedire ogni occasione sociale con preghiere pubbliche per l’invocazione della benedizione di Dio sui governi, sugli eserciti o in qualsiasi altra occasione? Di nuovo, la domanda riceve la risposta da sé.
Gesù sembra suggerire che coloro che pregano in piedi nelle sinagoghe e nei luoghi pubblici lo fanno per motivi egoistici (per guadagno). Essi possono essere visti con ammirazione nella loro comunità a causa della loro (finta) pietà e delle preghiere eloquenti (cioè belle, convincenti). Non esiste alcuna prova nella Scrittura che le loro preghiere abbiano un impatto diverso e in cui le preghiere contano, cioè nei cieli.
Gesù fece un sermone su questo argomento, riportato in Luca 18:9-14: “Ma a quelli che erano convinti di essere giusti e che consideravano gli altri nulli, disse ancora la seguente illustrazione: “Due uomini salirono al tempio per pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo stava in piedi e pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini – ingiusti, adulteri - , nemmeno come questo che riscuote le tasse. Digiuno due volte alla settimana e do la decima di tutto ciò che guadagno”. Ma il pubblicano, che stava in piedi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva nel petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” Io vi dico: Quest’uomo è sceso a casa sua, dimostrandosi più giusto dell’altro, perché chi s’innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà innalzato”.
In questo caso, entrambi pregavano in un luogo pubblico, dove gli altri potevano sentirli. Però, la cosa interessante che Gesù sottolinea qui è che colui che si sentiva più sicuro di sé e credeva di essere in buoni rapporti con Dio (digiunò, dava la decima e rispettava i comandamenti di Mosè) era nelle peggiori condizioni.
Da ciò possiamo dedurre che, sebbene qualcuno appartenga alla chiesa, essendo forse il suo membro più importante, potrebbe non essere affatto in buoni rapporti con Dio. Perché?
Seguiamo il racconto biblico, che risponderà a questa domanda: “Il fariseo stava in piedi e pregava cosi dentro di sé”. Analizziamo ora la preghiera che disse: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini - ingiusti, adulteri, nemmeno come questo che riscuote le tasse. Digiuno due volte alla settimana e do la decima da tutto ciò che guadagno”.
Possiamo vedere che la sua preghiera era egoista, arrogante; si vantava perfino della sua presunta fedeltà. La sua preghiera non era per Dio. Perciò non è stata ascoltata.
Invece, Dio ha ascoltato l’umile, autodenunciato peccatore e indegno pubblicano. “L’esattore delle tasse, che stava in piedi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto, dicendo:” Oh, Dio, abbi pietà di me, il peccatore!”
Questo è in armonia con ciò che è scritto nella Scrittura: “I sacrifici per Dio sono uno spirito affranto; Oh, ??Dio, non disprezzerai un cuore abbattuto e spezzato!” “Il Signore è con quelli che hanno il cuore abbattuto e salva quelli che hanno uno spirito spezzato”. (Salmi 51:17, 34:18).
Torniamo al testo che abbiamo già menzionato sopra: “Ma tu, quando preghi, entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il Padre tuo, che è nel segreto”. Da qui emergono due cose importanti. La prima, è che possiamo pregare direttamente il Padre. Cristo non menziona in questo passaggio che dovremmo pregare sua madre o i santi, e non fa il minimo accenno alla necessità di chiedere a qualsiasi altro essere umano di pregare per noi. Possiamo farlo noi stessi. La seconda cosa è che il luogo di preghiera menzionato dal Maestro può essere in qualsiasi casa. Cristo non dice: “Quando preghi, vai al tempio o alla sinagoga, o alla chiesa, o all’altare, o in qualsiasi altro luogo santo”. Ma dice: “Ma quando preghi, entra nella tua stanza, e quando hai chiuso la porta, prega il Padre tuo che è nel segreto".
La lezione offerta qui mostra che è più facile trovare Dio nel tranquillo santuario della nostra casa che nei palati che sono stati eretti nel suo nome, i cosiddetti luoghi di preghiera.
Nella profezia di Isaia, capitolo 66, versetti 1-3, troviamo una dichiarazione del nostro Padre celeste sui templi e le case di adorazione, nonché le cerimonie che si svolgono in quei templi (una cosa che dovrebbe farci pensare al vero valore delle formalità esterne e questi imponenti edifici).
“Questo è ciò che Geova ha detto: “I cieli sono il mio trono, e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste costruire, e dov’è il luogo che potrebbe essere luogo del mio riposo?”
“La mia mano ha fatto tutte queste cose, così che sono tutte venute all’esistenza”, dice Geova. “Ecco dunque a chi guarderò: all’afflitto e allo spirito affranto, che trema alla mia parola. “Chi pugnala un toro come sacrificio non è migliore di chi uccide un uomo. Chi sacrifica una pecora è come chi spezza il collo a un cane. Chi dà in dono un cibo è come chi offre il sangue di un porco. Colui che offre l’incenso bianco come ricordo è come uno che dice una benedizione pronunciando parole magiche”. Questa espressione è tra le più forti e feroci perché trasmette a tutte le persone dalla terra che le strutture ecclesiastiche (chiese) non significano nulla per il grande e vero Dio dell’Universo, Geova.